lunedì 18 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

IRLANDA
Il testo di Amhrán na bhFiann, tre strofe e un ritornello, fu scritto nel 1907. Fu pubblicato per la prima volta sul giornale Irish Freedom nel 1912. Il ritornello da solo fu formalmente adottato come inno nazionale nel 1926, al posto del precedente inno God Save Ireland, usato ufficiosamente. Una parte dell’inno nazionale (i primi quattro versi seguiti dagli ultimi cinque) è anche il saluto presidenziale.
Esiste un movimento in Irlanda per sostituire l’inno a causa della sua natura militante e del suo tono anti-britannico. Inoltre la melodia è difficile da suonare mentre altri sottolineano come l’intero inno sia stato spesso interpretato alla velocità sbagliata, come è accaduto nei recenti Giochi Olimpici.

Soldier’s Song

Testo in inglese

We’ll sing song, a soldier’s song,
With cheering rousing chorus,
As round our blazing fires we throng,
The starry heavens o’er us;
Impatient for the coming fight,
And as we wait the morning’s light,
Here in the silence of the night,
We’ll chant a soldier’s song.
ChorusSoldiers are we
whose lives are pledged to Ireland;
Some have come
from a land beyond the wave.
Sworn to be free,
No more our ancient sire land
Shall shelter the despot or the slave.
Tonight we man the gap of danger
In Erin’s cause, come woe or weal
‘Mid cannons’ roar and rifles peal,
We’ll chant a soldier’s song
In valley green, on towering crag,
Our fathers fought before us,
And conquered ‘neath the same old flag
That’s proudly floating o’er us.
We’re children of a fighting race,
That never yet has known disgrace,
And as we march, the foe to face,
We’ll chant a soldier’s song
ChorusSons of the Gael! Men of the Pale!
The long watched day is breaking;
The serried ranks of Inisfail
Shall set the Tyrant quaking.
Our camp fires now are burning low;
See in the east a silv’ry glow,
Out yonder waits the Saxon foe,
So chant a soldier’s song.
Chorus

Amhrán na bhFiann

Testo in gaelico

Seo dhibh a cha/irde duan O/glaigh,
Cathre/imeach briomhar ceolmhar,
A/r dtinte cna/mh go buacach ta/id,
‘S an spe/ir go min re/altogach
Is fonnmhar faobhrach sinn chun gleo
‘S go tiu/nmhar gle/ roimh thi/ocht do’n lo/
Fe/ chiu/nas chaomh na hoiche ar seol:
Seo libh canai/dh Amhra/n na bhFiann
CurfaSinne Firnna Fa/il
A ta/ fe/ gheall ag E/irinn,
buion da/r slua
Thar toinn do ra/inig chugainn,
Fe/ mho/id bheith saor.
Sean ti/r a/r sinsir feasta
Ni/ fhagfar fe/’n tiora/n na/ fe’/n tra/il
Anocht a the/am sa bhearna bhaoil,
Le gean ar Ghaeil chun ba/is no/ saoil
Le guna screach fe/ la/mhach na bpile/ar
Seo libh canai/dh Amhra/n na bhFiann.
Cois ba/nta re/idhe, ar a/rdaibh sle/ibhe,
Ba bhuachach a/r sinsir romhainn,
Ag la/mhach go tre/an fe/’n sa/r-bhrat se/in
Ta/ thuas sa ghaoith go seolta
Ba dhu/chas riamh d’a/r gcine cha/idh
Gan iompa/il siar o/ imirt a/ir,
‘S ag siu/l mar iad i gcoinne na/mhad
Seo libh, canai/dh Amhra/n na bhFiann
CurfaA bhui/on na/ch fann d’fhuil Ghaeil is Gall,
Sin breacadh lae na saoirse,
Ta sce/imhle ‘s scanradh i gcroi/the namhad,
Roimh ranna laochra a/r dtire.
A/r dtinte is tre/ith gan spre/ach anois,
Sin luisne ghle/ san spe/ir anoir,
‘S an bi/obha i raon na bpile/ar agaibh:
Seo libh, canai/dh Amhra/n na bh Fiann.
Curfa
Per ascoltare l'inno irlandese: http://www.youtube.com/watch?v=Vyc8SJCEfSc

SPAGNA
La Marcha Real è l'inno nazionale della Spagna. È uno dei rari casi di inno nazionale senza un testo ufficiale poiché in passato ogni re modificava il testo.
Si tratta di uno degli inni più antichi d'Europa. Viene menzionato per la prima volta nel 1761 nel Libro de Ordenanza de los toques militares de la Infantería Española di Manuel de Espinosa. In questo documento è riportata la partitura con il titolo di Marcha Granadera o Marcha de Granaderos, ma l'autore è sconosciuto.
Lo scrittore Hugo Kehrer sostiene che questa opera sia stata composta da Federico il Grande di Prussia ma non cita fonti a sostegno delle sue affermazioni. Tuttavia la storiografia spagnola è concorde nell'affermare che il brano fu donato al Re di Spagna da Federico Guglielmo di Prussia a Berlino, dove il re era stato invitato per un matrimonio reale. Federico era allora il principe ereditario e già si era fatto notare come compositore di buon livello nonché ottimo flautista. Una cosa però è certa: il brano veniva dalla Prussia, perciò comunque il suo autore era tedesco. L'inno spagnolo così è il primo inno al mondo opera di un compositore straniero, ed è pure il primo inno al mondo a presentare le caratteristiche della marcia, che oggi è il tipo di inno più diffuso nel mondo. Alcuni storici sottolineano anche le similitudini tra la Marcha Real ed alcune arie militari dell'epoca di Carlo V.
Nel 1770 il re Carlo III dichiarò la Marcha de Granaderos marcia d'onore formalizzando quindi l'usanza di utilizzarla nelle occasioni solenni. È stata eletta quindi ad inno nazionale senza nessuna disposizione scritta. Dopo la Rivoluzione gloriosa del settembre del 1868, il generale Prim indisse un concorso nazionale per creare un inno ufficiale ma non si presentò nessuno e quindi si continuò ad utilizzare come inno la Marcha de Granaderos.
La Marcha Real è stato l'inno nazionale dal XVIII secolo, con eccezione del periodo democratico della Seconda Repubblica Spagnola (1931–1939), in cui venne adottato l'Himno de Riego.
Il futuro dittatore Francisco Franco nel 1937 lo adotta nelle zone occupate dai nazionalisti durante la Guerra Civile e in seguito, portata a termine la conquista del paese e la sconfitta del Fronte Popolare, lo fa adottare nuovamente come inno nazionale. Nel lungo periodo dittatoriale (1939–1975) spesso accompagna la musica un testo composto da José María Pemán, anche se non a carattere ufficiale.
Morto il caudillo, e insediato il nuovo capo di stato della restaurata monarchia, Juan Carlos I, la Marcha Real rimane inno nazionale, anche se il testo spesso usato durante la dittatura sparisce.
La versione attuale fu commissionata al maestro Francisco Grau dopo l'approvazione della Costituzione spagnola del 1978. Nel 2008 è naufragato un tentativo di dare un testo ufficiale all'inno.

Testo 

L'inno spagnolo non possiede un testo ufficiale. Anticamente ne furono scritti vari usati ufficiosamente e che riscossero grande popolarità. I versi più vecchi, composti da Ventura de la Vega, furono utilizzati a partire dall'anno 1843:
Venid españoles
Al grito acudid.
Dios salve a la Reina,
Dios salve al país.

Versione del testo di Eduardo Marquina (utilizzata ai tempi di Alfonso XIII di Spagna) 


Gloria, gloria, corona de la Patria,
soberana luz
que es oro en tu Pendón.
Vida, vida, futuro de la Patria,
que en tus ojos es
abierto corazón.
Púrpura y oro: bandera inmortal;
en tus colores, juntas, carne y alma están.
Púrpura y oro: querer y lograr;
Tú eres, bandera, el signo del humano afán.
Gloria, gloria, corona de la Patria,
soberana luz
que es oro en tu Pendón.
Púrpura y oro: bandera inmortal;
en tus colores, juntas, carne y alma están.




Per ascoltare l'inno spagnolo: http://www.youtube.com/watch?v=0rT4cFS1-e4
Gloria, gloria, corona della Patria
sovrana luce
che è oro nel tuo Stendardo.
Vita, vita, futuro della Patria,
che nei tuoi occhi è
cuore aperto.
Porpora e oro: bandiera immortale;
nei tuoi colori, insieme, carne ed anima stanno.
Porpora e oro: volere e riuscire;
Tu sei, bandiera, il segno dell'umano anelito.
Gloria, gloria, corona della Patria
sovrana luce
che è oro nel tuo Stendardo.
Porpora e oro: bandiera immortale;
nei tuoi colori, insieme, carne e anima stanno.

Versione del testo tutt'ora in voga 

Testo di José María Pemán (1897-1981)
su commissione di Miguel Primo de Rivera

Viva España, alzad los brazos, hijos
del pueblo español,
que vuelve a resurgir.
Gloria a la Patria que supo seguir,
sobre el azul del mar el caminar del sol.
Gloria a la Patria que supo seguir,
sobre el azul del mar el caminar del sol.
¡Triunfa España! Los yunques y las ruedas
cantan al compás
del himno de la fe.
¡Triunfa España! Los yunques y las ruedas
cantan al compás
del himno de la fe.
Juntos con ellos cantemos de pie
la vida nueva y fuerte del trabajo y paz.
Juntos con ellos cantemos de pie
la vida nueva y fuerte del trabajo y paz.
Viva España, alzad los brazos, hijos
del pueblo español,
que vuelve a resurgir.
Viva España, alzad los brazos, hijos
del pueblo español,
que vuelve a resurgir.
Gloria a la Patria que supo seguir,
sobre el azul del mar el caminar del sol.
Gloria a la Patria que supo seguir,
sobre el azul del mar el caminar del sol.




Roby<^>
Traduzione italiana

Viva Spagna, alzate le braccia, figli
del popolo spagnolo,
che ritorna a risorgere.
Gloria alla Patria che ha saputo seguire,
sopra l'azzurro del mare il camminare del Sole.
Gloria alla Patria che ha saputo seguire,
sopra l'azzurro del mare il camminare del Sole.
Trionfa, Spagna! Le incudini e gli ingranaggi
cantano al ritmo,
dell'inno della fede.
Trionfa, Spagna! Le incudini e gli ingranaggi
cantano al ritmo,
dell'inno della fede..
Tutti con loro in piedi, canteremo
la nuova vita forte di lavoro e pace.
Tutti con loro in piedi, canteremo
la nuova vita forte di lavoro e pace.
Viva Spagna, alzando le braccia, figli
del popolo spagnolo,
che si rialza di nuovo.
Viva Spagna, alzando le braccia, figli
del popolo spagnolo,
che ritorna a risorgere.
Gloria alla Patria che ha saputo seguire,
sopra l'azzurro del mare il camminare del Sole.
Gloria alla Patria che ha saputo seguire,
sopra l'azzurro del mare il camminare del Sole.

venerdì 15 giugno 2012

A RTIMO DI MUSICA: GLI INNI DELLA NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

FRANCIA
La Marseillaise è un canto della rivoluzione francese adottato come inno nazionale. Fu composta da Claude Joseph Rouget de Lisle (1760-1836) a Strasburgo nella notte fra il 25 e il 26 aprile 1792, in seguito alla dichiarazione di guerra della Francia all'Austria. Il nome originale era Chant de guerre pour l'armée du Rhin (Canto di guerra per l'armata del Reno) ed era stata dedicata al maresciallo Nicolas Luckner, un ufficiale franco-bavarese. L'inno divenne la chiamata alle armi della Rivoluzione francese e in questo contesto assunse il nome di Marsigliese, perché cantata per le strade dai volontari (fédérés) provenienti da Marsiglia al loro arrivo a Parigi.

 

Testo

La Marseillaise

Allons enfants de la PatrieAvanti, figli della Patria
Le jour de gloire est arrivé!Il giorno della gloria è arrivato!
Contre nous de la tyrannie,Contro di noi della tirannia
L'étendard sanglant est levé (bis)La bandiera insanguinata si è innalzata (bis)
Entendez-vous dans les campagnesSentite nelle campagne
Mugir ces feroces soldats?ruggire questi feroci soldati?
Ils viennent jusque dans vos brasEssi arrivano fino alle vostre braccia
Égorger nos fils, nos compagnes!Per sgozzare i nostri figli, le nostre compagne!
Aux armes, citoyens,Alle armi, cittadini
Formez vos bataillons,Formate i vostri battaglioni
Marchons, marchons! (Marchez, marchez !)Marciamo, marciamo! (Marciate, marciate!)
Qu'un sang impurChe un sangue impuro
Abreuve nos silons!Bagni i nostri solchi!
Que veut cette horde d'esclaves,Che vuole quest'orda di schiavi,
De traîtres, de rois conjurés?Di traditori, di re congiurati?
Pour qui ces ignobles entraves,Per chi questi ignobili ostacoli,
Ces fers dès longtemps préparés? (bis)Questi ferri da tanto tempo preparati? (bis)
Français, pour nous, ah! Quel outragefrancesi, per noi, ah! Che oltraggio
Quels transports il doit exciter!Che fervori deve suscitare!
C'est nous qu'on ose méditerÈ noi che si osa pensare
De rendre à l'antique esclavage!Di restituire all'antica schiavitù!
Aux armes, citoyens,...Alle armi, cittadini,...
Quoi! Des cohortes étrangèresCosa! Delle coorti straniere
Feraient la loi dans nos foyers!Porterebbero la legge nei nostri focolari!
Quoi! Ces phalanges mercenairesCosa! Queste falangi mercenarie
Terrasseraient nos fiers guerriers! (bis)Atterrirebbero i nostri fieri guerrieri! (bis)
Grand Dieu! Par des mains enchaînéesGran Dio! Con le mani incatenate
Nos fronts sous le joug se ploieraientLe nostre fronti sotto il giogo si piegherebbero
De vils despotes deviendraientDei vili despoti diventerebbero
Les maîtres de nos destinées!I padroni dei nostri destini!
Aux armes, citoyens...Alle armi, cittadini...
Tremblez, tyrans et vous perfidesTremate, tiranni e voi perfidi
L'opprobre de tous les partis,L'obrobrio di tutti,
Tremblez! Vos projets parricidesTremate! I vostri progetti parricidi
Vont enfin recevoir leurs prix! (bis)Stanno andando a ricevere i loro premi! (bis)
Tout est soldat pour vous combattre,Ognuno è soldato per combattervi,
S'ils tombent, nos jeunes héros,Se muoiono, i nostri giovani eroi,
La terre en produit de nouveaux,La terra ne produrrà dei nuovi,
Contre vous tout prêts à se battre!Contro di voi tutti pronti a battersi!
Aux armes, citoyens...,Alle armi, cittadini...,
Français, en guerriers magnanimes,francesi, da guerrieri magnanimi,
Portez ou retenez vos coups!Vibrate o trattenete i vostri colpi!
Épargnez ces tristes victimes,Risparmiate quelle tristi vittime,
À regret s'armant contre nous. (bis)Che controvoglia si armano contro di noi (bis)
Mais ces despotes sanguinaires,Ma quei despoti sanguinari,
Mais ces complices de Bouillé,Ma quei complici di Bouillé
Tous ces tigres qui, sans pitié,Tutte quelle tigri che, senza pietà,
Déchirent le sein de leur mère!Lacerano il seno della loro madre!
Aux armes, citoyens,...Alle armi, cittadini,...
Amour sacré de la Patrie,Amore sacro della Patria,
Conduis, soutiens nos bras vengeursConduci, sostieni le nostre braccia vendicatrici
Liberté, Liberté chérie,Libertà, Libertà cara,
Combats avec tes défenseurs! (bis)Combatti con i tuoi difensori! (bis)
Sous nos drapeaux que la victoireSotto le nostre bandiere che la vittoria
Accoure à tes mâles accents,Accorra ai tuoi maschili richiami,
Que tes ennemis expirantsChe i tuoi nemici spiranti
Voient ton triomphe et notre gloire!Vedano il tuo trionfo e la nostra gloria!
Aux armes, citoyens,...Alle armi, cittadini,...
(Couplet des enfants)(Versi dei bambini)
Nous entrerons dans la carrièreNoi entreremo nella carriera
Quand nos aînés n'y seront plus,Quando i nostri antenati non ci saranno più,
Nous y trouverons leur poussièreNoi ritroveremo le loro ceneri
Et la trace de leurs vertus (bis)E la traccia delle loro virtù (bis)
Bien moins jaloux de leur survivreMolto meno gelosi di loro sopravvivere
Que de partager leur cercueil,Che di dividere la loro bara,
Nous aurons le sublime orgueilNoi avremo il sublime orgoglio
De les venger ou de les suivre.Di vendicarli o di seguirli.
Aux armes, citoyens...Alle armi, cittadini...

Per ascoltare l'inno francese: http://www.youtube.com/watch?v=_uqM9dljpL0

 
INGHILTERRA
God Save the Queen ("Dio salvi la Regina", e in alternativa, a seconda del sesso del regnante, God Save the King, ovvero "Dio salvi il Re") è il brano tradizionalmente utilizzato come inno nazionale del Regno Unito. È inoltre l'inno reale di alcune nazioni del Commonwealth che riconoscono la Regina del Regno Unito come capo di stato, come ad esempio Canada, Australia, e Nuova Zelanda.
L'inno risale al 28 settembre 1745. il suo utilizzo come inno nazionale non è sancito da alcuna legge parlamentare o proclama reale ma è frutto della consuetudine. Fu inno nazionale in Canada fino all'adozione di quello attuale nel 1980, così in Australia fino al 1984. In Sud Africa fu dapprima unico inno nazionale poi sostituito dal 1961 da quello di Lourens De Villiers Die Stem van Suid Afrika / The call of South Africa, ancora oggi in vigore unito all'inno di Sontonga.
La melodia di God save the Queen fu composta su comando di Giorgio II Hannover, divenuto re di Gran Bretagna, ed essendo questi principe elettore di Hannover, l'inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1870 all'Impero Tedesco (1870 - 1919) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di Heil dir im Siegerkranz (Ave a te nella corona della vittoria),e rimase in vigore senza testo nella nuova Repubblica tedesca fino al 1922.
All'epoca i compositori venivano considerati dai monarchi dei semplici servitori, e perciò il nome del compositore, come pure quello del poeta, sono rimasti ignoti. Sono state avanzate delle ipotesi storico- musicologiche con i nomi di Hernry Carey (1687-1743) e John Bull (1562-1628) ma come si può notare le date non coincidono con il 1745.
È interessante notare che ogni stato del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) possiede un proprio inno che viene eseguito al posto del God save the queen negli eventi sportivi internazionali.
Complessivamente l'inno God save the King è stato in vigore come inno nazionale per 143 anni (1745-1837, 1901-1952), ovvero quando in carica ci furono sovrani maschi, che furono 8:  Giorgio II, Giorgio III, Giorgio IV, Guglielmo IV, Edoardo VII, Giorgio V, Edoardo VIII, Giorgio VI, mentre il God save the Queen è stato in vigore ed è in vigore per 123 anni (1837-1901, 1952-) nonostante le Regine siano state solamente due, la regina Vittoria e l'attuale regina Elisabetta II.

Testo e traduzione

God Save our gracious Queen!
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious, happy and glorious,
long to reign over us,
God save the Queen!
O Lord, our God, arise,
scatter her enemies,
and make them fall.
Confound their politics,
frustrate their knavish tricks,
on thee our hopes we fix,
God save us all.
Thy choicest gifts in store
on her be pleased to pour,
long may she reign!
May she defend our laws,
and ever give us cause
to sing with heart and voice,
God save the Queen!
Dio salvi la nostra benevola Regina!
Viva a lungo la nostra nobile Regina,
Dio salvi la Regina!
Mandala vittoriosa, felice e gloriosa
a regnare a lungo su di noi,
Dio salvi la Regina!
O Signore, nostro Dio, rivelati,
disperdi i suoi nemici,
e falli crollare.
Confondi i loro intrighi,
ostacola le loro manovre disoneste,
in te riponiamo le nostre speranze,
Dio salvi tutti noi.
I regali più preziosi che conservi,
sii disposto a riversarli su di lei;
possa regnare a lungo!
Possa difendere le nostre leggi,
e darci sempre l’occasione
di cantare col cuore e con la voce,
Dio salvi la Regina!
Per ascoltare l'inno britannico: http://www.youtube.com/watch?v=3CP2tgOZgWc
 
Roby<^>


 




 

mercoledì 13 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

ITALIA
Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come "Inno di Mameli" e "Fratelli d'Italia", fu scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, di sentimenti liberali e repubblicani, tanto che aderì al mazzinianesimo e partecipò attivamente alle guerre contro gli austriaci e alla causa risorgimentale. L'inno fu musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro.
L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria.
Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.

Il riferimento alla cultura e alla storia romana è presente sia nella prima strofa, in cui si parla di Scipione l'Africano, sia nel refrain: la coorte era infatti la decima parte della legione romana. Ma vengono anche rievocati episodi della storia medievale e moderna: la Lega Lombarda, che si distinse nella bataglia di Legnano contro il Barbarossa; i Vespri Siciliani, rivolta scoppiata contro gli Angioini a Palermo; e infine, il riferimento alla spartizione della Polonia tra Austria e Russia, che spinse Mameli a sentirsi affratellato a questo popolo oppresso come l'Italia. Inoltre il poeta parla di Balilla: sebbene non accertata storicamente, la sua figura rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città fu finalmente liberata dopo mesi di occupazione austriaca. 


Il testo dell'Inno nazionale 

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

Per ascoltare l'inno italiano: http://www.youtube.com/watch?v=o8Tqj38ZThg


CROAZIA
Lijepa naša domovino, o Lijepa naša è l'inno nazionale della Croazia.
L'inno fu scritto dal poeta Antun Mihanović poco prima del 1835 e divenne divenne l'inno dei croati nel 1891. La musica dell'inno è stata composta da Josip Runjanin. Era un ufficiale austro-ungarico di nazionalità serba simpatizzante per i croati. A causa della sua origine la sua figura oggi tende ad essere minimizzata. Una curiosità: la parte centrale dell'Inno del Regno jugoslavo comprendeva l'inno serbo, l'inno croato e l'antico inno sloveno.
Il canto divenne l'inno ufficiale della Repubblica nazionalista di Croazia al tempo degli Ustascia di Ante Pavelic. Per tale motivo nella Repubblica di Jugoslavia venne proibito. Successivamente con l'indipendenza divenne inno della Repubblica di Croazia.


Testo
Lijepa naša domovino
Lijepa naša domovino,
Oj junačka zemljo mila,
Stare slave djedovino,
Da bi vazda sretna bila!
Mila kano si nam slavna,
Mila si nam ti jedina,
Mila kuda si nam ravna,
Mila kuda si planina!
Teci Dravo, Savo teci,
Nit' ti Dunav silu gubi,
Sinje more svijetu reci:
Da svoj narod Hrvat ljubi!
Dok mu njive sunce grije,
Dok mu hrašće bura vije,
Dok mu mrtve grobak krije,
Dok mu živo srce bije!
 
Traduzione italiana
Oh, Bella nostra patria
Oh, Patria nostra bella,
O terra cara ed eroica,
Terra degli avi, di antica gloria,
Che tu certamente sempre sarai felice!
 
Cara, a noi sei quanto gloriosa,
Cara, a noi sei tu sola
Cara, dove a noi sei piana,
Cara, dove a noi sei montagnosa
 
Scorri, Sava, Drava Scorri!
 
E tu anche, Danubio, non perdere forza!
Mare blu profondo, dillo al mondo!
Che il Croato ama il suo popolo!
 
Finché a lui terra arata il sole riscalderà,
Finché a lui le querce la bora sferzerà!
Finché a lui i morti la tomba coprira!
Finché a lui vivo il cuore sarà!
 
Per ascoltare l'inno croato: http://www.youtube.com/watch?v=W0Mge3EOnbE
 

          Roby<^>

 

 


 

 
 


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lunedì 11 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

SVEZIA
Du gamla, du fria ("tu antico, tu libero") è l'inno nazionale della Svezia. Il testo fu scritto nel 1844 da Richard Dybeck (1811-1887); la musica è una tradizionale canzone popolare. Nel 1910 l'inno è stato pubblicato con due strofe in più (strofe 3-4), scritte da Louise Ahlén, ma oggi si cantano solo le prime due. A differenza di molti altri inni nazionali, Du gamla, du fria non è mai stato riconosciuto ufficialmente (con un atto politico) come inno nazionale della Svezia, quindi lo status di inno nazionale gli viene riconosciuto solo per tradizione, anche se la data del 1890 è comunque citata come data di inizio del suo uso ufficiale.


Testo  

1
Du gamla, Du fria, Du fjällhöga nord
Du tysta, Du glädjerika sköna!
Jag hälsar Dig, vänaste land uppå jord,
Din sol, Din himmel, Dina ängder gröna.
2
Du tronar på minnen från fornstora dar,
då ärat Ditt namn flög över jorden.
Jag vet att Du är och Du blir vad Du var.
Ja, jag vill leva jag vill dö i Norden.
Ja, jag vill leva jag vill dö i Norden.
3
Jag städs vill dig tjäna mitt älskade land,
din trohet till döden vill jag svära.
Din rätt, skall jag värna, med håg och med hand,
din fana, högt den bragderika bära.
4
Med Gud skall jag kämpa, för hem och för härd,
för Sverige, den kära fosterjorden.
Jag byter Dig ej, mot allt i en värld
Nej, jag vill leva jag vill dö i Norden.
Nej, jag vill leva jag vill dö i Norden.

 

Traduzione 

1
Tu antico, tu libero, tu montuoso Nord
Tu silenzioso, tu bello pieno di felicità!
Io ti saluto, nazione più amichevole del mondo,
Il tuo sole, il tuo cielo, i tuoi prati verdi
Il tuo sole, il tuo cielo, i tuoi prati verdi.
2
Tu sei sul trono delle antiche memorie,
Quando l'onore del tuo nome si espandeva su tutto il mondo.
Io so che sei e rimarrai ciò che tu eri.
Si, io voglio vivere io voglio morire nel Nord,
Si, io voglio vivere io voglio morire nel Nord.
3
Voglio servirti per sempre, mio amato paese,
ti sarò fedele fino alla morte.
Il tuo diritto, proteggerò con mente e mano,
Portare la tua bandiera all'altezza del coraggio,
Portare la tua bandiera all'altezza del coraggio.
4
Con Dio combatterò, per la patria e per la felicità,
per la Svezia, amata madre patria.
Non ti scambierei con nulla al mondo
No, io voglio vivere, io voglio morire nel Nord,
No, io voglio vivere, io voglio morire nel Nord.


Per ascoltare l'inno svedese:  http://www.youtube.com/watch?v=8YoLml3k5FI



UCRAINA
Ще не вмерла України, (Non è ancora morta (la gloria) dell' Ucraina) è l'inno nazionale ucraino.
Il testo corrisponde, salvo alcune modifiche, ad un poema patriottico scritto nel 1862 dall'etnografo ucraino Pavlo Čubynskyj. La musica fu composta l'anno seguente dal sacerdote Mykhaylo Verbytsky. Nel 1864 Šče ne vmerla Ukrajina fu eseguito per la prima volta in forma corale al Teatro "Ucraina" di Leopoli.
Nel 1917 fu adottato come inno della Repubblica Popolare Ucraina, ma venne bandito una volta avvenuta l'annessione alla RSS Ucraina nel 1920.
Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica venne adottato come inno del neonato Stato ucraino ed eseguito in occasione dell'insediamento del primo Presidente ucraino, Leonid Kravčuk, il 5 dicembre 1991.
Nel 1996 Šče ne vmerla Ukrajiny venne ufficialmente adottato quale inno nazionale ucraino dall'articolo 20 della costituzione, promulgata il 28 giugno di quell'anno.
Il 6 marzo 2006 la il Parlamento ucraino ha approvato una legge che ha proposto la modifica parziale della prima strofa. Così, se prima l'incipit era effettivamente «L'Ucraina non è ancora morta, né la sua gloria, né la sua libertà», oggi corrisponde a «Non è ancora morta la gloria dell' Ucraina, né la sua libertà».
Mentre al secondo verso cambia solo una parola «a noi, fratelli (o patrioti) ucraini, il destino sorriderà ancora», oggi corrisponde a «a noi, giovani fratelli (o patrioti), ...»
Nonostante ciò diversi ucraini cantano ancora l'inno nella sua versione originale.

Per ascoltare l'inno ucraino: http://www.youtube.com/watch?v=L_I_LnhqNZw

Testo 

Testo in cirillico

Traslitterazione latina

Traduzione in italiano

Ще не вмерла України і слава, і воля,
Ще нам, браття молодії, усміхнеться доля.
Згинуть наші воріженьки, як роса на сонці.
Запануєм і ми, браття, у своїй сторонці.
ПРИСПІВ x2
Душу й тіло ми положим за нашу свободу,
І покажем, що ми, браття, козацького роду.
Šče ne vmerla Ukrajiny i slava, i volja,
Šče nam, brattja molodii, usmikhnet'sja dolja.
Zhynut' naši vorižen'ky, jak rosa na sonci,
Zapanujem i my, brattja, u svojij storonci.
CORO x2
Dušu i tilo my položym za našu svobodu
I pokažem, ščo my, brattja, kozac'koho rodu.
Non è ancora morta la gloria dell' Ucraina, né la sua libertà,
a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.
I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole,
e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero.
CORO x2
Daremo anima e corpo per la nostra libertà,
e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca.
 

Roby<^>








sabato 9 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

GERMANIA
Das Lied der Deutschen (Il canto dei tedeschi), o Deutschlandlied, è l'inno nazionale tedesco. Il testo fu scritto da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben (1798-1874) nel 1846 durante una vacanza nell'isolotto di Helgoland. La melodia fu composta nel 1797 da Joseph Haydn (1732-1809) come inno dell'imperatore del Sacro Romano Impero (Confederazione Germanica) Francesco II d'Asburgo. Il testo originario infatti cominciava così: Gott erhalte Franz, den Kaiser, unsern guten Kaiser Franz ("Dio conservi Francesco, l'imperatore, il nostro buon imperatore Francesco").
Nel 1846 la Germania era ancora divisa in una moltitudine di stati, secondo i confini stabiliti al Congresso di Vienna. Ecco dunque il vero significato del celebre e spesso frainteso incipit dell'inno, Deutschland über alles: l'unità della patria doveva essere il primo e più importante pensiero di ciascuno. Fallersleben, pieno di fervore patriottico, compose il testo in tre strofe, e non essendo musicista lo adattò sulla musica dell'Inno imperiale austriaco di Haydn. E così il brano, inno in Austria, si diffuse in Germania come canto patriottico. La Confederazione Germanica prima e l'Impero tedesco poi avevano il loro inno, Heil Dir im Siegerkranz ("Ave a te nella corona della vittoria"), sulla musica di God save the Queen, l'inno britannico. Dopo la prima guerra mondiale e la sconfitta, nel 1922 la nuova Repubblica tedesca decise di cambiare inno, tanto più che l'Austria aveva rinunciato alla melodia di Haydn; così il canto patriottico di Fallersleben divenne Inno tedesco. Nel 1929 l'Austria adottò di nuovo l'inno, e vi fu così uguaglianza musicale su due testi diversi. L'annessione dell'Austria da parte della Germania nel 1938 fece si che l'inno tedesco venisse esteso all'Austria.
Durante il nazismo, Das Lied der Deutschen (di cui veniva cantata solo la prima strofa, Deutschland, Deutschland über alles) nelle occasioni ufficiali era sempre accompagnato dal Horst-Wessel-Lied (La Canzone di Horst Wessel), inno ufficiale del Partito Nazista. L'inno divenne poi simbolo di oppressione per molti popoli europei, perciò dopo la Seconda guerra mondiale, gli Alleati vincitori lo proibirono, mentre la risorta Austria si orientò per un nuovo inno. Intanto nel 1949 nella zona di occupazione sovietica nacque la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), che adottò l'inno Auferstanden aus Ruinen (Risorgendo dalle rovine) del compositore Hanns Eisler (1898-1962) con testo del ministro Johannes Becker, che però poteva essere cantato anche sulle note di Das Lied der Deutschen. Allora gli USA consentirono la creazione della Repubblica Federale Tedesca BRD; per questa si adottò il nuovo inno Land des Glaubens del compositore Hermann Reutter (1905-1984), che però non piacque ai tedeschi. Perciò, dopo soli due anni, nel 1952, si decise di ripristinare l'Inno di Haydn, con l'obbligo di cantare solo la terza strofa dell'inno per non creare malintesi, evitando soprattutto, nella prima strofa, la citazione dei confini (Dalla Mosa fino alla Memel, dall'Adige fino al Piccolo Belt) che si trovano tutti (eccetto il Baltico) al di fuori dell'attuale territorio tedesco, ma che all'epoca della composizione delimitavano effettivamente l'area di diffusione della lingua tedesca.
Questo è l'unico caso di un inno scritto appositamente da un grandissimo compositore della storia della musica. L'inno è citato in ben undici composizioni di musica classica, sempre però come inno imperiale austriaco e mai come inno tedesco.

Testo

Deutschland, Deutschland über alles,
über alles in der Welt,
wenn es stets zum Schutz und Trutze
brüderlich zusammenhält.
Von der Maas bis an die Memel,
von der Etsch bis an den Belt:
Deutschland, Deutschland über alles,
über alles in der Welt.

Deutsche Frauen, deutsche Treue,
deutscher Wein und deutscher Sang
sollen in der Welt behalten
ihren alten schönen Klang.
Uns zu edler Tat begeistern
unser ganzes Leben lang
Deutsche Frauen, deutsche Treue,
deutscher Wein und deutscher Sang.

Einigkeit und Recht und Freiheit
für das deutsche Vaterland!
Danach lasst uns alle streben,
brüderlich mit Herz und Hand!
Einigkeit und Recht und Freiheit
sind des Glückes Unterpfand.
Blüh im Glanze dieses Glückes,
blühe deutsches Vaterland.
Germania, Germania, al di sopra di tutto
al di sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall'Adige fino al Baltico:
Germania, Germania, al di sopra di tutto
al di sopra di tutto nel mondo,

Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
devono mantenere nel mondo
il loro vecchio, bel suono.
Che ci ispirino a gesta nobili
per tutta la durata della nostra vita
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,

Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
A ciò lasciateci tutti combattere,
fraternamente col cuore e con la mano!
Unità, giustizia e libertà
sono la garanzia della felicità.
Fiorisci nel fulgore di questa felicità,
fiorisci, patria tedesca!

Per ascoltare l'inno tedesco: http://www.youtube.com/watch?v=VeBYqL8nuSw&feature=fvwrel

PORTOGALLO
A Portuguesa è l'inno nazionale del Portogallo.Il testo è stato scritto da Henrique Lopes de Mendonça . Nel 1895 il compositore Alfredo Keil, uno dei fondatori della scuola musicale nazionale portoghese, musicò il testo, che divenne ben presto molto celebre. Nel 1910 una rivoluzione rovesciò la monarchia e proclamò la repubblica; l'inno reale, una marcia composta nel 1869 dal re Don Luis I,musicista anch'egli, fu dunque soppresso e sostituito dall'inno di Keil, morto tre anni prima.

Testo

Heróis do mar, nobre povo,
Nação valente, imortal,
Levantai hoje de novoO esplendor de Portugal!
Entre as brumas da memória,
Ó Pátria sente-se a voz
Dos teus egrégios avós,
Que há-de guiar-te à vitória!
Às armas, às armas!
Sobre a terra, sobre o mar,
Às armas, às armas!
Pela Pátria lutar
Contra os canhões marchar, marchar!
Desfralda a invicta Bandeira,
À luz viva do teu céu!
Brade a Europa à terra inteira:
Portugal não pereceu
Beija o solo teu jucundo
O Oceano, a rugir d'amor,
E teu braço vencedor
Deu mundos novos ao Mundo!
Às armas, às armas!
Sobre a terra, sobre o mar,Às armas, às armas!
Pela Pátria lutar
Contra os canhões marchar, marchar!
Saudai o Sol que desponta
Sobre um ridente porvir;
Seja o eco de uma afronta
O sinal do ressurgir.Raios dessa aurora forte
São como beijos de mãe,Que nos guardam, nos sustêm,
Contra as injúrias da sorte.
Às armas, às armas!
Sobre a terra, sobre o mar,Às armas, às armas!
Pela Pátria lutar
Contra os canhões marchar, marchar!

Traduzione

Eroi del mare, nobile popolo / Nazione valente, immortale,
Innalza oggi di nuovo / Lo splendore del Portogallo!
Fra le nebbie della memoria, / Oh Patria, si sente la voce
dei tuoi nobili avi, / Che ti guidi alla vittoria!
Alle armi, alle armi! / Sulla terra, sopra il mare,
Alle armi, alle armi! / Lottare per la Patria
Marciare, marciare contro i cannoni!
Garrisce l'invitta bandiera / Alla viva luce del tuo cielo!
Grida l'Europa alla terra intera: / il Portogallo non è perito
Bacia il tuo suolo giocondo / Oh oceano, che ruggisci d'amore,
E il tuo braccio vincitore / dette mondi nuovi al Mondo!
Alle armi, alle armi! / Sulla terra, sopra il mare,
Alle armi, alle armi! / Lottare per la Patria
Marciare, marciare contro i cannoni!
Saluta il Sole che nasce / Su di un ridente avvenire;
Sia l'eco di un affronto / il segnale del risorgere.
I raggi di questa aurora forte / Sono come baci di madre,
Che ci difendono, ci sostengono / Contro le ingiurie della sorte.
Alle armi, alle armi! / Sulla terra, sopra il mare,
Alle armi, alle armi! / Lottare per la Patria
Marciare, marciare contro i cannoni!

Per ascoltare l'inno portoghese: http://www.youtube.com/watch?v=m9vt29LvGt8&feature=fvwrel

Roby<^>



giovedì 7 giugno 2012

Verso euro 2012: Polonia

STORIA

La Polonia disputò la sua prima partita ufficiale il 18 dicembre 1921, sconfitta 1-0 a Budapest dalla nazionale magiara. Da allora non furono certo molte le soddisfazioni calcistiche di un paese rovinato dall'invasione di Hitler il 1/09/1939 e falcidiato dalle fatiche di una guerra lunga ed estentenuante che gli fu imposta senza possibilità di replica e contrariamente ai patti ed ai giochi delle alleanze che lo volevano paese neutrale e territorio internazionale.
A prima della seconda guerra mondiale risale la prima partecipazione ad un mondiale: era il 1938, la nazionale polacca fu eliminata agli ottavi di finale dal fortissimo Brasile, dopo una partita carambolesca terminata 6-5.
L'unica vittoria di un torneo da parte della nazionale polacca risale al 1972: l'oro alle Olimpiadi di Monaco di Baviera fece gioire un'intera nazione.
Circa quaranta anni di silenzio separano il campionato del mondo del 1938 da quello in Germania ovest nel 1974: furono eliminati in semifinale dai padroni di casa della Germania che si dice innaffiarono il campo prima della partita per contrastare la velocità degli avversari. Nella finalina per il terzo posto la nazionale polacca battè a sorpresa il Brasile, salendo meritatamente sul podio. Da annotare anche la partecipazione ai mondiali del 1978, eliminati però nella prima fase.
Il 1982 è un anno storico per la Polonia calcistica: giunse terza ai mondiali spagnoli, sconfitta solo dall'Italia futura campione del mondo, grazie ad uno strepitoso Zbigniew Boniek, autore in particolare di una storica tripletta contro il Belgio.
Due argenti olmpici a Montréal nel 1976 e a Barcellona nel 1992 rappresentano gli ultimi risultati di spessore raggiunti, infatti solo nel 2002 la Polonia tornò a disputare un mondiale e solo nel 2008 avrebbe giocato il suo primo europeo, eliminata al primo turno.

IL CAMMINO VERSO EURO 2012

La polonia parteciperà ad euro 2012 in quanto nazione ospitante.
E' stata inserita come testa di serie nel girone A con Repubblica Ceca, Russia e Grecia, un girone non particolarmente duro, abbastanza equilibrato che potrebbe riservare un passaggio ai quarti per gli idoli di casa, ma personalmente vedo molto difficile anche il passaggio del primo turno nonstante la nazionale polacca possa vantare giocare importanti come Szczesny, portiere dell'Arsenal, Obraniak, centrocampista del Bordeaux e la coppia del Borussia Dortmund Blaszczykowsy-Lewandowski.

I RISULTATI AGLI EUROPEI

euro 2008: I gir. Germania-Polonia 2-0
II gir. Austria-Polonia 1-1
III gir. Polonia-Croazia 0-1

>>FEDE

martedì 5 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

OLANDA

L'Inno Nazionale dei Paesi Bassi, Wilhelmus van Nassowe ("Guglielmo di Nassau"), venne composto durante la Guerra degli ottant'anni, che vide tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento gli olandesi lottare per l'indipendenza e per la religione protestante contro gli spagnoli . Guglielmo I d'Orange, passato alla storia come Guglielmo il taciturno, fu il condottiero artefice della libertà dell'Olanda, espressa nel suo famoso motto "je maintendrai".

Il canto fu ideato dal musicista Adriaan Valerius van der Veere (1575-1625) sul testo che si attribuisce a Philip Marnix von Sint Aldegonde (1540-1598). Con l'anno 1626 il canto, già noto da tanti anni, divenne il simbolo della nuova Repubblica dei Paesi Bassi. Tuttavia l'inno non venne reso ufficiale, così il primato di primo inno nazionale europeo ando perdutò, e conquistato dall'inno britannico del 1745. Solo il 10 maggio 1932 l'inno olandese venne proclamato tale in via ufficiale. L'inno conta ufficialmente 15 strofe, ma si canta soltanto la prima.

TESTO DELL'INNO (PRIME CINQUE STROFE)

Wilhelmus van Nassouwe

ben ik, van Duitsen bloed,

den vaderland getrouwe

blijf ik tot in den dood.

Een Prinse van Oranje

ben ik, vrij onverveerd,

den Koning van Hispanje

heb ik altijd geëerd.


In Godes vrees te leven

heb ik altijd betracht,

daarom ben ik verdreven,

om land, om luid gebracht.

Maar God zal mij regeren

als een goed instrument,

dat ik zal wederkeren

in mijnen regiment.


Lijdt u, mijn onderzaten

die oprecht zijt van aard

God zal u niet verlaten,

al zijt gij nu bezwaard.

Die vroom begeert te leven,

bidt God nacht ende dag,

dat Hij mij kracht zal geven,

dat ik u helpen mag.


Lijf en goed al te samen

heb ik u niet verschoond,

mijn broeders hoog van namen

hebben 't u ook vertoond:

Graaf Adolf is gebleven

in Friesland in den slag,

zijn ziel in 't eeuwig leven

verwacht den jongsten dag.


Edel en hooggeboren,

van keizerlijken stam,

een vorst des rijks verkoren,

als een vroom christenman,

voor Godes woord geprezen,

heb ik, vrij onversaagd,

als een held zonder vreden

mijn edel bloed gewaagd.

Traduzione

Io sono Guglielmo di Nassau, di sangue germanico, rimarrò fedele alla patria finché non morirò. Sono un principe d'Orange libero e senza paura. Ho sempre onorato il re della Spagna.

Ho sempre cercato di vivere con il timore di Dio. Per questo sono stato allontanato dalla mia terra e dal mio popolo. Ma Dio mi governerà come un buono strumento. Così ritorno al mio regno.

Tenga ai miei sudditi, che sono onesti di natura, Dio non vi abbandonerà, anche se ora siete nella disperazione. Colui che cerca di vivere pienamente deve pregare Dio giorno e notte, che lui mi dia la forza di aiutarvi.

Non risparmiai né il mio corpo né le mie ricchezze per aiutarvi. I miei nobili fratelli ve l'hanno dimostrato appieno: il Conte Adolfo morì in Frisia durante la battaglia. La sua anima aspetta l'immortalità nel giudizio universale.

Nato nobile e di nobile ed imperiale discendenza. Scelto come principe dell'impero, come un onesto cristiano per l'onorata parola Guerra ho rischiato il mio nobile sangue senza paura come un eroe.

Per ascoltare l'inno olandese: http://www.youtube.com/watch?v=Kuv9q2i2fyc&feature=related

DANIMARCA
Der er et yndigt land (C´è una terra adorabile) è l'inno nazionale civile della Danimarca. Se la famiglia reale è presente, viene usato un altro inno, Kong Christian stod ved højen mast ("Re Cristiano stava sull'albero maestro").
Questo inno, detto "Inno reale", venne realizzato nel 1780 su testo di Johannes Ewald (1743-1781) e musicato da Ludvig Rogert (1742-1811). Questo inno è considerato tuttora in vigore ed alternativo all'altro, anche all'estero. Il testo del nuovo inno fu scritto nel 1819 da Adam Oehlenschläger (1779-1850), il massimo letterato danese, che partecipò ad un concorso per la realizzazione di un inno nazionale sul motto di Orazio Ille terrarum mihi praeter omnes angulus ridet. La prima versione aveva dodici strofe, ma poi è stata accorciata, mantenendo solo la prima, la terza, la quinta e l'ultima. La musica fu composta nel 1820 da Hans Ernst Krøyer(1798-1879), però fu solo nel 1844, quando fu cantato in un meeting di 12.000 persone, che fu reso ufficiale, realizzando una ideale unione fra popolo e monarchia.

Testo dell'inno
Der er et yndigt land,
det står med brede bøge
nær salten østerstrand;
nær salten østerstrand;
det bugter sig i bakke, dal,
det hedder gamle Danmark,
og det er Frejas Sal
og det er Frejas Sal

Der sad i fordums tid
de harniskklædte kæmper,
udhvilede fra strid;
udhvilede fra strid;
så drog de frem til fjenders mén
nu hvile deres bene
bag højens bautasten
bag højens bautasten

Det land endnu er skønt,
thi blå sig søen bælter,
og løvet står så grønt;
og løvet står så grønt;
og ædle kvinder, skønne mø'r
og mænd og raske svende
bebo de danskes øer
bebo de danskes øer

Hil drot og fædreland!
Hil hver en danneborger,
som virker, hvad han kan!
som virker, hvad han kan!
Vort gamle Danmark skal bestå,
så længe bøgen spejler
sin top i bølgen blå
sin top i bølgen blå

TRADUZIONE
C´é una terra adorabile, sta con ampi faggi vicino la salina spiaggia di levante; si snoda tra valli e colline, si chiama vecchia Danimarca, ed è dimora di Freya.

Là in tempi atavici sedettero dalle battaglie a riposare i guerrieri fasciati d´armatura; e si spinsero avanti fino alle offese del nemico, ora sotto pietre sepolcrali riposano le loro spoglie.

Questa terra è ancora bella; poiché il mare blu l´abbraccia, e il fogliame si mostra così rigoglioso, e nobili donne, belle pulzelle e uomini e garzoni vigorosi abitano le isole di Danimarca.

Evviva la corona e la patria! Evviva ogni singolo compatriota, che s´adopera, come può! La nostra vecchia Danimarca dovrà perdurare, fino a quando la sommità del faggio si specchierà nel blu dell'onda.

Per ascoltare l'inno danese: http://www.youtube.com/watch?v=rR30HgElnhE (testo e voce)
                                           
                                             http://www.youtube.com/watch?v=0qugFXaglFk (musica)

Roby<^>

domenica 3 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI DELLE NAZIONALI PARTECIPANTI A EURO 2012

  RUSSIA
La storia dell'inno nazionale russo è piuttosto travagliata e complessa. Inizialmente la Russia non aveva un inno vero e proprio: alcuni studiosi sostengono che si trattasse della versione russa di God save the king, inno nazionale inglese. Nel 1833 lo zar Nicola I decise dunque di commissionare a Vassily A. Zukovskij l'incarico di scrivere un inno, Боже, Царя храни (Dio salvi lo Zar) su musica di Aleksej F. Lvov.
Questo fu l'inno nazionale della Russia zarista fino al 1917, quando per i noti eventi rivoluzionari, una melodia composta nel 1871 dall'operaio Pierre Degeyter con le parole di Eugène Pottier venne adottata dal neonato governo bolscevico come inno dell'Unione Sovietica.
Nel 1942, quando la popolazione russa doveva resistere all'invasore nazista, Stalin decise che la musica e le parole dell'inno nazionale dovessero avere un carattere più patriottico, dunque il 18 giugno 1943 furono convocati una ventina di poeti e compositori per realizzare un inno immortale e una musica facile da capire, espressiva. Gli autori dei versi, però, non furono scelti fra i presenti: a vincere la gara furono il ventinovenne Sergej Vladimirovič Michalkov, poi padre dei noti registi cinematografici Nikita Mikhalkov e Andrej Konchalovsky, e il poeta Gabriel El-Registan, pseudonimo di Gabriel Arkadevich Ureklyan, all'epoca impegnati nell'esercito come reporter di guerra. I loro versi, "aggiustati" in alcuni punti da Stalin, vennero adattati alla musica composta come Inno del Partito Bolscevico nel 1939 da Alexander Alexandrov, il fondatore della banda e del corpo di ballo dell'Armata Rossa, e riscritta per l'occasione. L'inno fu presentato a Stalin nell'estate del 1943 e dal 1° gennaio 1944 fu ufficialmente adottato dall'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
La morte di Stalin, il cui nome ricorreva in alcuni versetti dell'inno, fu seguita da una lunga parentesi durante la quale esso venne eseguito solo nella versione strumentale fino al 1977 quando, con Brezhnev, segretario del PCUS, si apportarono modifiche ai versi considerati politicamente inaccettabili.
Con la caduta dell'URSS, avvenuta nel 1991, il presidente della repubblica federativa di Russia Boris Eltsin, impegnato nell'opera di smantellamento di tutti i simboli riconducibili al passato comunista, decise di sostituire il vecchio inno di Alexandrov con una non entusiasmante melodia di Michail Glinka, composta negli anni trenta del XIX° secolo e già conosciuta con il titolo Canzone patriottica. Nonostante diverse proposte succedutesi nel corso degli anni, la musica di Glinka però restò senza parole - e anche senza l'approvazione della Duma.
Nel dicembre del 2000 il nuovo presidente Vladimir Putin recupera le note del vecchio inno sovietico, la bandiera rossa - divenuta simbolo delle Forze Armate -, l'aquila zarista, e l'ormai ultraottantenne Serghej Michalkov, a cui viene dato l'incarico di riscrivere le parole dell'inno. Stavolta la Duma esprime il proprio consenso e dal 1° gennaio 2001, l'orecchiabile motivo di Aleksander Alexandrov torna a risuonare come Inno Nazionale della Russia.

TESTO DELL'INNO

<><>
Россия - священная наша держава!
Россия - любимая наша страна !
Могучая воля, великая слава -
Твоё достоянье на все времена.

Славься, Отечество наше свободное -
Братских народов союз вековой,
Предками данная мудрость народная,
Славься, страна! Мы гордимся тобой !

От южных морей до полярного края
Раскинулись наши леса и поля.
Одна ты на свете ! Одна ты такая !
Хранимая Богом родная земля.

Славься, Отечество наше свободное -Братских народов союз вековой,
Предками данная мудрость народная,
Славься, страна! Мы гордимся тобой !

Широкий простор для мечты и для жизни
Грядущие нам открывают года.

Нам силу даёт наша верность Отчизне.
Так было, так есть, и так будет всегда !

Славься, Отечество наше свободное -Братских народов союз вековой,
Предками данная мудрость народная,
Славься, страна! Мы гордимся тобой !

La Russia è la nostra sacra nazione!
La Russia è il nostro amato paese!
La possente volontà e l'immensa gloria -
Sono il tuo patrimonio per sempre.

Sia gloria a te, Patria nostra libera -
Secolare alleanza di popoli fratelli,
Saggezza popolare tramandata dagli avi,
Sia gloria a te, terra nostra! Siamo fieri di te !

I nostri boschi e i nostri campi si estendono
Dai mari del sud al circolo polare.
Tu sei unica al mondo! Come te ce n'è solo una,
Terra natìa protetta da Dio.

Sia gloria a te, Patria nostra libera -
Secolare alleanza di popoli fratelli,
Saggezza popolare tramandata dagli avi,
Sia gloria a te, terra nostra! Siamo fieri di te !

Gli anni a venire ci aprono
Tanto spazio per sognare e per vivere
La nostra fedeltà alla Patria ci dà forza.
Così fu, così è e così sarà sempre !

Sia gloria a te, Patria nostra libera è
Secolare alleanza di popoli fratelli,
Saggezza popolare tramandata dagli avi,
Sia gloria a te, terra nostra! Siamo fieri di te !

Per ascoltare l'inno russo: http://www.youtube.com/watch?v=pL6AQEvqa5k

REPUBBLICA CECA
Kde domov můj? (Dov'è la mia casa?) è l'inno nazionale della Repubblica Ceca. È in uso dall'indipendenza della nazione nel 1993. Questo canto formava la prima parte dell'inno nazionale della vecchia Cecoslovacchia. La musica fu scritta dal compositore František Škroup (1801-1862) e dal drammaturgo Josef Kajetán Tyl (1808-1856). 
Il canto originariamente aveva più strofe, ma solo la prima costituisce l'inno, mentre il resto è dimenticato.
Versione in lingua ceca (originale)
Traduzione letterale in italiano
1
Kde domov můj, kde domov můj?
Voda hučí po lučinách,
bory šumí po skalinách,
v sadě skví se jara květ,
zemský ráj to na pohled,
A to je ta krásná země,
země česká, domov můj,
země česká, domov můj!
2
Kde domov můj kde domov můj?
V kraji znáš-li bohumilém
duše útlé v těle čilém
mysl jasnou vznik a zdar
a tu sílu vzdoru zmar
to je Čechů slavné plémě
mezi Čechy domov můj
mezi Čechy domov můj!
1
Dov'è la mia casa? Dov'è la mia casa?
L'acqua scroscia sui prati,
le fronde frusciano sulle rocce,
nel giardino risplende il fiore di primavera,
il paradiso terrestre a prima vista.
Questa è la splendida terra,
la terra ceca, casa mia,
la terra ceca, casa mia!
2
Dov'è la mia casa? Dov'è la mia casa?
Se incontri una terra paradisiaca,
Con anime sensibili, in fisici agili,
Di mente chiara, gloriosa e prosperosa,
E con una forza che tutto sfida,
Questa è la gloriosa razza ceca,
In mezzo ai cechi è la mia casa,
In mezzo ai cechi è la mia casa!

Per ascoltare l'inno ceco: http://www.youtube.com/watch?v=wuv-DFX9dE0

Roby<^>

venerdì 1 giugno 2012

A RITMO DI MUSICA: GLI INNI delle NAZIONALI PARTECIPANTI a EURO 2012

A una settimana da Euro 2012 vi proponiamo gli Inni delle nazionali partecipanti per invitare tutti a conoscere meglio la storia, i sentimenti, i valori e l'amor di patria che spesso, se non sempre, hanno portato alla composizione di questi testi. Cominciamo con le due protagoniste di uno degli incontri inaugurali, che si terranno l'8 giugno: Polonia e Grecia.

POLONIA
Mazurek Dąbrowskiego (Mazurka di Dąbrowski) è il nome con cui è anche conosciuto il canto Pieśń Legionów Polskich we Włoszech (Canto delle legioni polacche in Italia), inno nazionale polacco.
L'inno è stato scritto nel luglio del 1797 a Reggio Emilia, da Józef Wybicki (1747-1822), tenente dell'armata polacca del generale Jan Henryk Dąbrowski, che, dal suo esilio a Parigi, aveva radunato pochi mesi prima un'armata di circa 1500 soldati on cui si unì a Napoleone durante la Campagna d'Italia. Il generale francese promise infatti ai polacchi che la loro patria avrebbe riconquistato la libertà se avessero combattuto al suo fianco contro Russia, Austria e Prussia, che nel 1795 si erano spartite il territorio polacco.
I reparti di Dąbrowski entrarono a Reggio Emilia nel 1797 per sedare le sommosse fomentate dagli aristocratici contro la neonata Repubblica Cispadana; è sull'onda delle celebrazioni per il successo della spedizione militare che il tenente scrisse la mazurka, per celebrare il valore del comandante e cantare l'amore per la Patria lontana. Secondo alcuni studiosi, musica e testo sono di Wybicki, secondo altri invece la musica è del suo collega Michal Kleofas Oginski (1765-1833).
Il canto è stato ufficialmente adottato dalla Polonia come inno nazionale nel 1926.

Testo dell'inno nazionale
1. Jeszcze Polska nie zginęła
Kiedy my żyjemy,
Co nam obca przemoc wzięła,
Szablą odbierzemy.

Marsz, marsz, Dąbrowski,
Z ziemi włoskiej do Polski
Za twoim przewodem,
Złączym się z narodem.

2. Przejdziem Wisłę,
Przejdziem Wartę,
Będziem Polakami,
Dał nam przykład Bonaparte,
Jak zwyciężać mamy.

(Rit.)

3. Jak Czarniecki do Poznania,
Po szwedzkim zaborze,
Dla ojczyzny ratowania,
Wrócimy się przez morze.

(Rit.)

4. Mówi ojciec do swej Basi,
Cały zapłakany -
Słuchaj jeno, pono nasi
Biją w tarabany.

(Rit.)
Traduzione Italiana
La Polonia non è ancora scomparsa
finché noi viviamo
Quello che la forza nemica ci ha tolto
noi con la sciabola ci riprenderemo.

Marcia, marcia Dabrowski
dalla terra italiana alla Polonia
Sotto il tuo comando
ci uniremo al popolo!
Testo versione di Wybicki
Jeszcze Polska nie umarła,
kiedy my żyjemy.
Co nam obca moc wydarła,
szablą odbijemy.

Marsz, marsz, Dąbrowski
do Polski z ziemi włoski
za Twoim przewodem
złączem się z narodem.

Jak Czarnecki do Poznania
wracał się przez morze
dla ojczyzny ratowania
po Szwedzkim rozbiorze.

(Rit.)

Przejdziem Wisłę przejdziem Wartę
będziem Polakami
dał nam przykład Bonaparte
jak zwyciężać mamy.

(Rit.)

Niemiec, Moskal nie osiądzie,
gdy i jąwszy pałasza,
hasłem wszystkich zgoda będzie
y ojczyzna nasza.

(Rit.)

Już tam ociec do swej Basi
mówi zapłakany:
"słuchaj jeno, pono nasi
biją w tarabany.

(Rit.)

Na to wszystkich jedne głosy:
"Dosyć tej niewoli
mamy Racławickie Kosy,
Kosciuszkę, Bóg pozwoli.

Per ascoltare l'inno nazionale polacco: http://www.youtube.com/watch?v=lF_meWmlmyQ
GRECIA
Ýmnos eis ti̱n Elef̱therían/Ύμνος εις την Ελευθερίαν (Inno alla Libertà), detto anche Ethnikós Ýmnos ti̱s Elli̱nikí̱s Di̱mokratías/Εθνικός Ύμνος της Ελληνικής Δημοκρατίας, è l'Inno Nazionale della Grecia e di Cipro.
Il testo è composto dalle prime due strofe dell'omonima poesia composta nel 1823 da Dionysios Solomos (1798-1857), poeta greco nato a Zante, e musicata nel 1828 da Nikolaos Mantzaros (1795-1873), compositore di Corfù amico del nostro Niccolò Tommaseo; è stato adottato come inno ufficiale greco nel 1864 da re Giorgio I, mentre divenne inno nazionale cipriota nel 1966, dopo che Cipro si staccò dal governo, quando invece un forte movimento nazionalista tendeva a promuovere l'unione di Cipro alla Grecia.
È l’unico caso al mondo in cui sia a livello musicale,sia a livello testuale, due nazioni usano lo stesso inno.

Testo originale

Σε γνωρίζω από την κόψη

του σπαθιού την τρομερή,

Σε γνωρίζω από την όψη,

που με βια μετρά[ει] τη[ν] γη.

Απ' τα κόκαλα βγαλμένη

των Ελλήνων τα ιερά,

Και σαν πρώτα ανδρειωμένη,

χαίρε, ω χαίρε Ελευθεριά.

Trascrizione


Se gnorízo apó tin kópsi

tou spathioú tin tromerí,

Se gnorízo apó tin ópsi,

pou me viá metrá[i] ti[n] ji.

Ap' ta kókala vgalméni

ton Ellínon ta ierá,

Ke san próta andrioméni,

khére, o khére, Eleftheriá!

Traduzione letterale


Ti riconosco dal taglio

terribile della spada,

ti riconosco dall'espressione

che contempla la terra con vigore

Risollevatati dalle ossa

sacre dei Greci,

e valorosa come prima,

ave, o ave, Libertà!

Traduzione poetica


Di quel brando io ti ravviso

al ferir tremendo in guerra,

ed al guardo che la terra

misurar sa in un balen:

Dalle sacre ossa degli avi

qual già un tempo e forte e ardita

or risorta a nuova vita,

salve, salve o Libertà.

Per ascoltare l'inno nazionale greco: http://www.youtube.com/watch?v=9q-jsHK7yeM 
 Roby<^> ( da un'idea del nostro Mitch!!! ;))))   )