mercoledì 16 maggio 2012

Il potere deformante della retorica

In un vecchio articolo pubblicato su Linus nell’ottobre del 1979, Massimo Fini, citando Savino, diceva:
“La retorica è un male endemico del nostro paese, è il male che inquina la nostra vita, la nostra politica, la nostra letteratura è una delle cause principali, se non addirittura la principale, delle nostre sciagure”.
A più di quarant’anni di distanza, constatiamo con stupore che la citazione è attualissima. Si applica perfettamente, ad esempio, alle reazioni suscitate dalla sentenza d’appello del processo di Perugia. Premesso che per farsi un’idea chiara dovremmo leggere le motivazioni che saranno disponibili solo fra 90 giorni, deve comunque valere il principio, sacrosanto in un regime democratico, dell’accettare le sentenze emesse da un giudice, che piacciano o no. Ecco il commento pubblicato sulla pagina de Il Popolo Viola e tratto dalla pagina dei 99 Posse:
“Rudy Guede è un cattivo guaglione, nero e povero, e sconta 16 anni di carcere per concorso in omicidio. Meredith Kercher è una ragazza di Croydon, la Londra proletaria a sud del Tamigi. Raffaele Sollecito e Amanda Knox appartengono a famiglie ricche e potenti. Guede è complice di un assassinio che non si sa chi ha commesso, Meredith è morta e Sollecito e la Knox vengono assolti. La galera non la auguriamo a nessuno, ma ci finiscono sempre e solo i “Cattivi guaglioni”.
Questo piccolo commento alla vicenda dimostra, ancora una volta, come la pericolosità della retorica consista nel suo potere deformante capace di mistificare completamente la verità fattuale. Attraverso la retorica del razzismo (Rudy è nero, Amanda e Raffaele sono bianchi) e mediante la retorica sulla ricchezza (Rudy è povero, Amanda e Raffaele provengono da famiglie benestanti), si costruisce un perfetto quadro di mistificazione dei fatti emersi dal processo. I quali sono piuttosto chiari: Rudy Guede ha patteggiato per avere uno sconto di pena (e, come è noto, raramente un innocente patteggia), le tracce della sua presenza la notte dell’omicidio erano disseminate in tutta la casa, al contrario, le prove contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono state smontate dai periti, o comunque sono state insufficienti per dimostrare la loro colpevolezza. Siccome, per fortuna, nel nostro diritto penale si è considerati innocenti fino a prova contraria, il giudice ha ribaltato la sentenza di primo grado (da molti considerata, oltretutto, falsata da grossolani errori della scientifica). Ecco quindi spiegato perchè Rudy è stato condannato, mentre Amanda e Raffaele sono stati prosciolti. Questi sono i fatti, fuori da ogni retorica. Rudy è stato condannato perché povero e nero? Nemmeno per sogno. Amanda e Raffaele sono stati prosciolti perché bianchi e ricchi? Manco per idea. Come è evidente, la retorica razzista e classista sfoderata senza motivo dal post de Il Popolo Viola, ha un potere deformante formidabile, tanto che i commenti sottostanti erano un trionfo di espressioni come “Vergogna!”, “La solita giustizia corrotta!” e addirittura ipotesi complottistiche riguardo a pressioni degli Stati Uniti sui giudici. Infine, va osservato come la retorica, nel mix confusionario di razzismo e ingiustizia sociale creato, tocca questioni davvero drammatiche all’interno della nostra società, come la vulnerabilità dei più deboli e poveri di fronte alla legge, e soprattutto, l’impunità dei più potenti. Credo che questo sia il grande, e più temibile, potere della retorica: associare, qualunquisticamente, ad una caso specifico come quello di Perugia, alcuni problemi veri della nostra società, senza che, tuttavia, esista un nesso fra le due cose. Il risultato è, da una parte, la deformazione dei fatti inerenti alla vicenda specifica, in questo caso quella di Perugia, e dall’altra, l’errata rappresentazione dei problemi generali legati alla nostra giustizia. Senza contare, poi, che la retorica, per sua natura, parla al cuore, non alla mente. La retorica infervora, perché fa leva sull’emotività, non sulla razionalità. Muove sentimenti piuttosto che stimolare ragionamenti. Come è noto, le opinioni costruite sull’emotività, invece che sulla riflessione, sono molto pericolose. Questo è, senza dubbio, il tranello più insidioso della retorica, dal quale è bene guardarsi.
Davide Colombini

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