lunedì 5 dicembre 2011

Emozioni e razionalità

Campo delle emozioni e campo della razionalità

Accantonando la miopia riguardo l’influenza delle emozioni sulle decisioni e giudizi, gli studiosi di oggi tendono a non prescindere dalla componente emozionale che, come hanno evidenziato gli esempi apportati, risulta evidentemente capace di influenzare decisioni sensibili che coinvolgono il giudizio morale. Parlando di emozioni, ci si riferisce a stati complessi dell’organismo caratterizzati da modificazioni dell’attività del sistema nervoso autonomo associati a specifiche tendenze dell’azione e a determinate esperienze affettive soggettive.

In seguito agli studi effettuati vengono distinte due specifiche classi di emozioni:
1. STATI EMOZIONALI INCIDENTALI.
Le esperienze affettive del soggetto non sono in relazione con l’oggetto del giudizio o della decisione (es: stato d’animo, disposizioni emozionali, fattori contestuali). Questi stati emozionali influenzano in diversi modi i processi di giudizio e di decisione in quanto più accrescono d’intensità più pregiudicano il comportamento logico delle persone. Un chiaro esempio è l’ansia. Gli individui ansiosi dimostrano minore capacità di organizzazione mnemonica delle informazioni e di assimilazione di inferenze logiche rispetto a coloro che hanno maggiore controllo della loro vena ansiogena.

2. RISPOSTE EMOZIONALI INTEGRALI.
Sono stati affettivi suscitati dalle caratteristiche dell’oggetto che viene preso in considerazione per la formulazione di un giudizio. Richiedono minore impiego di risorse cognitive e sono realizzate su informazioni di tipo descrittivo. Strettamente associato quindi risulta essere il Vividness Effect, ovvero attraverso una modalità di comunicazione estremamente intensa viene esercitato sugli individui un forte impatto emozionale in risposta ai pericoli comunicati (es: il “caso del morbo della mucca pazza” che ha provocato un’isterica paura verso qualsiasi tipo di carne bovina che poteva provocare la diffusione della malattia).

Nel campo invece della razionalità, uno studio di Pham (2007) ha denotato la necessità di individuarne tre diverse concettualizzazioni in modo da approfondire il suo intreccio con le emozioni nei processi di giudizio e decisione.

1. CAPACITA’ DI RAGIONARE LOGICAMENTE.
Le persone sono giudicate razionali se si attengono nei loro ragionamenti a standard logici.

2. COERENZA TRA OBIETTIVI E AZIONI.
Gli individui agiscono seguendo un interesse di tipo personale.

3. SCELTE COMPORTAMENTALI CHE ADEMPIONO A OBIETTIVI SOCIALI.
Queste scelte sono considerate logicamente coerenti perché soddisfano principi morali promuovendo comportamenti socialmente desiderabili e assolvendo obiettivi di natura evoluzionistica, altruistica e primaria. Questo tipo di razionalità definita “ecologica” è stata messa in luce proprio nel famoso paradigma sperimentale denominato “Ultimatum Game” già visto precedentemente.

Sempre nel contatto tra emozioni e razionalità all’interno dell’ambito dei comportamenti decisionali, ampia rilevanza ce l’hanno due fenomeni, l’Illusione di Autocontrollo e l’Ottimismo Irrealistico, nei quali la razionalità si disperde in favore di una sopravvalutazione di se stessi sempre più vicina alla Teoria dell’onnipotenza dei pensieri freudiana.

1. L’ILLUSIONE DEL CONTROLLO.
Quante volte capita che i risultati di determinate situazioni vengono motivate dall’abilità personale piuttosto che da agenti casuali! Gli individui infatti tendono a credere di avere una qualche possibilità di controllo della situazione e di essere in grado di influenzare il risultato grazie alle loro abilità. La psicologa americana Ellen Langer (1975) ha studiato tale fenomeno denominato Illusione del Controllo, che fa riferimento alla causa dell’esito atteso in un determinato evento. Conducendo sei esperimenti in cui furono coinvolti 600 partecipanti, dimostrò prima il fenomeno e successivamente che le persone si comportano come se potessero esercitare il controllo in situazioni casuali dove sono presenti degli indicatori di abilità. Con indicatori di abilità Langer identifica delle proprietà di una situazione normalmente associate all'esercizio di abilità, in particolare la facoltà di scelta, competizione, familiarità con lo stimolo e coinvolgimento nella decisione. Nel momento in cui veniva controllata l’abilità dei partecipanti si osservava come essi si mostravano fiduciosi nel successo in maniera eccessiva e immotivata.Un esempio tipico dell’illusione di controllo degli eventi casuali è costituito dal gioco d'azzardo puro, indipendentemente dal poker in cui l’abilità riveste un ruolo importante. Il giocatore è intimamente convinto di poterla spuntare sul banco, pur sapendo razionalmente che non è possibile, perché qualunque organizzatore di giochi sta ben attento a far sì che le probabilità restino sempre in suo favore.

2. L’OTTIMISMO IRREALISTICO.
Si riferisce a un’aspettativa generalizzata per gli esiti positivi indipendentemente dalla fonte che ha generato quegli esiti. Seguendo le orme tracciate dai precedenti studi di Weinstein (1980; 1989) e Svenson (1981), Zakay (1996) ha denotato come la percezione di controllo di un evento futuro sia strettamente irrelata al grado di ottimismo irrealistico. L’ipotesi è stata formulata partendo da un esperimento che proponeva a dei partecipanti, tutti studenti di scuole superiori, di confrontarsi con un obiettivo sconosciuto al quale avrebbero dovuto assegnare una probabilità di occorrenza più elevata a eventi positivi controllabili, più bassa a eventi negativi e rispettive probabilità assegnate a obiettivi vaghi. I risultati ottenuti dimostrano come l’ottimismo irrealistico possa essere risultato di processi motivazionali come l’attribuzione ego-difensiva (tendenza ad attribuire a fattori esterni piuttosto che a fattori interni il proprio insuccesso e, viceversa, a fattori interni piuttosto che a fattori esterni i fallimenti).

Mariangela Lentini e Corinna Maria Traversa

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