sabato 8 ottobre 2011

È un poeta svedese il Premio Nobel per la letteratura 2011

Per la prima volta dopo trent’anni il Nobel per la Letteratura … resta in Svezia. È nativo di Stoccolma Tomas Tranströmer, la stessa città dove ha sede l’Accademia nazionale che gli ha conferito il prestigioso premio. L’ottantenne poeta e psicologo è considerato il maggior esponente vivente della lirica svedese e già da anni il suo nome figurava nella lista dei candidati al Nobel. L’Accademia di Svezia ha deciso di premiarlo “perché, attraverso concise e limpide immagini, ci svela un nuovo accesso alla realtà”.
Gli accademici scandinavi tornano quindi a fare una scelta controcorrente, dopo la parentesi dell’anno scorso quando il vincitore fu il peruviano Vargas Llosa, un gigante della letteratura sudamericana e mondiale. Ad essere premiato è ancora una volta un autore sconosciuto al grande pubblico, per di più poeta (non accadeva dal 1996).  Un segnale forte, che ci ricorda come anche nel 2011 la poesia esista ancora e goda di ottima salute, a fronte di una quasi totale monopolizzazione del mercato da parte del romanzo e della prosa in generale.
Ma torniamo al vincitore. Tranströmer nasce nel 1931 e compie gli studi a Stoccolma, laureandosi in psicologia nel 1956. Due anni prima debutta come poeta con la raccolta “17 poesie” che contiene alcune liriche composte addirittura all’età di tredici anni. L’attività di poeta e di psicologo si sono sviluppate sempre su binari paralleli: come psicologo, Tranströmer si è dedicato soprattutto ai più deboli, lavorando dapprima in un istituto per ragazzi problematici e successivamente con disabili e tossicodipendenti. Come letterato, invece, Tranströmer è stato il “poeta dei silenzi e della natura”. Le sue composizioni si caratterizzano per l’economia del linguaggio, la concretezza delle immagini e la potenza delle metafore. Nelle ultime raccolte al tema della natura si affianca una riflessione più intima sull’identità umana, la vita e la morte, e lo stile espressivo si fa ancora più essenziale e le parole rarefatte. Ne “Il grande mistero”, una tra le sue opere più importanti di prossima pubblicazione anche da noi, questa esigenza di estrema concisione si manifesta nella forma degli haiku giapponesi. Dopo essere stato colpito da un ictus nel 1990, Tranströmer non è più in grado di parlare, ma questo non gli ha impedito di continuare a scrivere e coltivare un’altra grande passione, la musica. Ancora oggi infatti il poeta suona quasi quotidianamente il piano.
Inutile dire che gran parte delle sue opere non è mai arrivata in Italia. Solo due raccolte “Poesie dal silenzio” e “La lugubre gondola” del 1996 (quest’ultima ha venduto, nella sua Svezia, 30.000 copie; un numero impensabile in Italia per un qualsiasi volume di poesia) sono state tradotte e pubblicate da Crocetti e Herrenhaus. Ma d’altronde, quanti di noi avevano mai sentito il nome di Tranströmer prima d’ora? Ecco, per quanto possano apparire forse discutibili le scelte del comitato dei Premi Nobel, per quanto quasi ogni anno ci sia sempre un coro di sgomenti “Ma chi è?” pronto a levarsi all’annuncio del nome del prescelto, un grosso pregio a  mio avviso questo Premio ce l’ha: quello di far sì che così tante persone per un giorno si catapultino sul web alla ricerca di informazioni su autori cui raramente dedicheremmo la nostra attenzione, di cui difficilmente prenderemmo in mano le opere se ci capitassero sott’occhio in libreria. Per scoprire poi dei nomi eccezionali che talvolta anche da noi vengono apprezzati e acclamati dalla critica e da un pubblico di appassionati (è il caso dell’ultima poetessa premiata, la polacca Szymborska, o del turco Pamuk). E già, perché non sempre i più famosi e celebrati sono anche i migliori. Ed è bello sapere che grazie al Nobel tutti questi illustri sconosciuti della letteratura mondiale, anche un uomo che del silenzio e della discrezione ha fatto il suo segno distintivo come Tranströmer, hanno diritto a un po’ di celebrità. 

\Fabio\

2 commenti:

  1. Bellissimo stile da vero giornalista!! Complimenti! Roby

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  2. Roby mi fai arrossire! Grazie mille! Fabio

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