sabato 8 ottobre 2011

Gli scacchi, tra leggenda, guerra e modernità

Gli scacchi! È questo il gioco più antico cui giochiamo ancora oggi. Ora gli scacchi rappresentano un mondo a sè e ci sono migliaia di leggende e storie vere a loro dedicati ed è affascinante il fatto che essi non si sono estinti nel corso del tempo nonostante siano stati vietati più volte nel corso della storia da politici e rligiosi sia ebrei sia islamici sia cristiani. Anche la filosofia dietro agli scacchi è vastissima ma purtroppo non ne parlerò in questo articolo, per ragioni di spazio e anche di competenza. Parlerò invece della storia degli scacchi, con qualche accenno all'impronta che questi hanno lasciato nel mondo. L'origine del gioco è indicata da molte leggende più o meno famose, che provengono da diversi paesi, e che fanno riferimento anche alle potenzialità del gioco come strumento per apprendimento( si veda per esempio la progressione geometrica). Comunque con ogni probabilità gli scacchi non hanno un unico inventore ma sono il frutto di numerose innovazioni e interpolazioni durate per secoli. Nella Persia del V o VI secolo d.C. Giunse un gioco chiamato chatrang che gli arabi chiamavano Shatranij si basava su un più antico gioco indiano, il chatranga a sua volta evoluzione di un gioco ancora più antico proveniente dalla Cina. Ora il chatrang era un gioco a due contendenti che si giocava su un quadrato suddiviso in 64 caselle su cui si muovono 32 pezzi, ricorda qualcosa, non vi pare? Certo, i nomi dei pezzi erano diversi da quelli attuali ma lo scopo e i movimenti dei pezzi erano quelli attuali (eccetto la regina e l'alfiere, chiamati ministro e elefante nello Shatranij). Poichè l'islamismo, che si stava diffondendo nello stesso periodo e nelle stesse regioni, proibiva le immagini i pezzi divennero figure geometriche. Gli islamici si appassionarono presto al gioco e scaturirono numerose opere e riferimenti ad essi, inclusi veri e propri manuali. Verso la fine del millenio l'espansione araba portò lo Shatranij in Europa, dove si diffuse rapidamente. Il nome del gioco venne cambiato in Ludo Scaccorum, declinato poi nelle varie lingue con il nome che ancora oggi portano( quindi Scacchi in italiano, Eschecs in francese, Chess in inglese ecc.). I pezzi presero il loro nome attuale e si svilupparono forme più simili a quelle umane. Il medioevo fu un periodo molto poplare per gli scacchi. Il gioco non poteva mancare nelle case dei nobili e dei cavalieri e perfino nei luoghi di culto si possono trovare mosaici che rappresentano gli scacchi come nella basilica di S. Savino a Piacenza. Infine proprio al medioevo risalgono i pezzi più antichi giunti a noi: si tratta dei cosìdetti scacchi di Lewis, dal nome dell'isola vicino alla Scozia, in cui furono rinvenuti, nel 1831, da un contadino che casualmente scoprì un'antica cripta, nella quale i pezzi erano contenuti. I pezzi sono di fabbricazione norvegese e risalirebbero alla metà del XII secolo. Nel medioevo le regole sui movimenti dei pezzi vennero modificati e variavano di regione in regione e solo tra il finire del XV e XVI secolo che i movimenti divennero quelli attuali. Il fatto che la regina divenne il più potente dei pezzi nel periodo in cui regnava Isabella di Castiglia non è ritenuta una coincidenza. Il potere della regina sulla scacchiera era dunque simbolo della grandezza della regina spagnola. Anche durante l'età moderna il successo arrise al gioco. Nell'età dell'illuminismo, e in quelle successive, molti caffè divenatavano veri luoghi di ritrovo per i giocatori. Nel corso dell'800 ci furono numerosi tornei internazionali, nel 1886 fu giocato il primo torneo mondiale: si trattava di una sola partita giocata da Steinit e Zukertort. La vittoria arrise al primo. Il formato di quel periodo, che poi sarebbe durato fino al secondo dopoguerra, era semplice: il campione in carica decideva se accettare o rifiutare le sfide che gli venivano lanciate. Nel 1924 fu fondata la federazione internazionale degli scacchi( FIDE), che divenne l'organizzatrice dei campionati del mondo. Il XX secolo rappresenta un periodo importante per il gioco:questo infatti si è diffuso in tutti i ceti sociali, e le scacchiere cominciarono ad essere animate da figure non tradizionali rappresentando personaggi storici o di film o opere popolari. Nella seconda metà del secolo gli scacchi divennero protagonisti perfino di un capitolo della guerra fredda: la finale del campionato del mondo 1972 a Reykjavik vedeva di fronte Bobby Fisher(USA) e Boris Spasskij(URSS), campione uscente. Era la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che un non sovietico disputava la finale. Questa era al meglio del 24 partite, ovvero vinceva chi otteneva un punteggio di almeno 12,5(si otteneva 1 punto per la vittoria, 0,5 per la patta e 0 per la sconfitta). Fisher perse i primi due incontri, uno per un errore grossolano nel secondo rifiutò di giocare. La leggenda vuole che aveva già prenotato il volo di ritorno ma Henry Kissenger gli telefonò convincendolo a rimanere e proseguire il torneo. Dopodichè Fischer vinse la terza partita, pareggiò la quarta e vinse la quinta, portandosi in parità, poi con la sesta si portò in vantaggio. Nelle partite successive Fisher aumentò il vantaggio e da lì alla ventesima partita concesse una sola vittoria all'avversario a fronte di 10 patte e tre vittorie. Fischer conduceva 11,5 a 8,5: la ventunesima partita sarebbe stata decisiva, e Fisher la vinse per abbandono. Era lui il nuovo campione del mondo! Fisher poi nei tre anni successivi non giocò che una sola partita ufficiale e quando nel 1975 si rifiutò di difendere il titolo la FIDE proclamò il legittimo sfidante Anatoly Karpov vincitore. Costui l'avrebbe tenuto per dieci anni, finchè nel 1985 perse il tiotlo a favore di un altro russo: Garri Kasparov. Questi è probabilmente il miglior giocatore di sempre e fu lui che nella seconda metà degli anni 90, più precisamente nel 1996 e 1997 giocò contro il potente computer IBM Deep Blue. L'idea di un computer che potesse giocare a scacchi era nata a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale ma i primi esperimenti furono fallimentari. Ma alla metà degli anni '90 venne creato un supercomputer, progettato unicamente per giocare a scacchi e nel 1996 giocò un incontro con Kasparov, vincendo la prima partita, ma poi non riuscì più a ripetersi e il campione russo portò a casa il match agevolmente, imponendosi 4-2(3 vittorie e 2 pareggi). L'anno dopo la sfida si ripetè con la differenza che Deep blue era stato enormemente potenziato e questa volta l'intelligenza artificiale ebbe la meglio imponendosi 3,5 a 2,5. Kasporov comunque lamentò che i tecnici dell'IBM avessero aiutato Deep Blue e chiese una rivincita che però non gli fu concessa. Di supercomputer capaci di giocare a scacchi ne abbiamo esempi nei romanzi e nei film di fantascienza su tutti HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio. Con la vittoria di Deep Blue del 1997 alcuni pensano che l'era degli IA con computer che possiedono capacità di ragionare e pensare sia finalmente arrivata!

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