venerdì 14 ottobre 2011

I nostri amici alieni

Quando l’uomo, nel 1902, arrivò sulla Luna, trovò ad attenderlo i Seleniti, dai quali dovette fuggire per poter fare ritorno sulla Terra sano e salvo.
Non storcete il naso, stiamo ovviamente parlando del capolavoro di Georges Méliès Viaggio nella Luna (1902), il capostipite del filone cinematografico di fantascienza, dove avviene il primo incontro con una razza aliena.
Tema sicuramente poco interessante in un’epoca di pochi effetti speciali, gli alieni ritornano nel secondo dopoguerra, più cattivi e bellicosi che mai, tentando più volte l’invasione del nostro pianeta: Ultimatum alla Terra di Robert Wise (1951), La cosa venuta da un altro mondo di Howard Hawks (1951), La guerra dei mondi di Byron Haskin (1953), L’invasione degli Ultracorpi di Don Siegel (1956), Plan 9 from outer space di Ed Wood (1959), e poi tutta una sfilza di capolavori di Jack Arnold, ci mostrano extraterrestri mostruosi, subdoli (alcuni si fingono esseri umani e si mescolano tra noi) e tecnologicamente più avanzati di noi, che hanno tutta l’intenzione di colonizzare la Terra.
Se la narrativa di fantascienza era già molto ben sviluppata all’epoca, e il tema dello spazio aperto, dell’ignoto e di chi lo abita, avesse solleticato la fantasia di molti, in un parallelo ultra-moderno con i racconti sui mostri marini, in questi film era ben evidente la fobia di massa che aveva contagiato l’America riguardo ad una possibile invasione sovietica. La paura di uno straniero che si potesse mescolare tra noi (una spia) per mettere le basi per un attacco da parte di una potenza superiore era comune negli Anni Cinquanta. La ricetta per venirne fuori era, però, sempre lo spirito di gruppo, la solidarietà e l’eroismo che gli americani propagandavano fin da prima della guerra.
È dal decennio successivo che, grazie all’influsso di cinematografie europee, la figura dell’alieno inizia a mutare. Sebbene Terrore nello spazio di Mario Bava (1965) sia passato piuttosto in sordina, esso ribalta in parte la condizione dell’invasore: gli alieni restano subdoli, cattivi e strapotenti, ma non sono loro a invadere noi, ma è bensì un’astronave terrestre a capitare sul loro pianeta, stratagemma che sarà recuperato da Ridley Scott per il suo Alien (1979).
Divertenti e satireggianti, invece, i molteplici alieni di Barbarella di Roger Vadim (1968); assenti quasi del tutto nel meraviglioso 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968). Quasi del tutto, perché è difficile non riconoscere una qualche presenza in quello spazio profondo, monotono e completamente insondabile nel quale si muove il protagonista. Aliena è forse la condizione dell’uomo, forse il tempo, alieno è forse Kubrick, il più grande dono e il più grande mistero che il cinema ha fatto all’uomo.
Straordinaria, però, la direzione che prende Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner (1968), che mantiene inalterata la figura dell’alieno, ma la ritorce contro di noi: il pianeta sul quale sono arrivati i protagonisti è la Terra, non hanno viaggiato nello spazio ma nel tempo, e gli alieni sono scimmie che hanno soppiantato gli umani, dopo che essi hanno distrutto il pianeta. Resta da capire chi sono le vere scimmie, chi i veri esseri intelligenti.
Mentre Andrej Tarkovskij va nello spazio alla ricerca di Dio, l‘alieno primigenio, in Solaris (1972), alcuni visitatori giungono sulla Terra, chi preferisce il capitalismo alla classica invasione militare del passato per salvare il proprio pianeta (L’uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg, 1976) e chi cresce qua assieme a noi e decide di proteggerci (Superman di Richard Donner, 1978).
Infondo, gli extraterrestri non sono diversi da noi, ce ne sono di buoni e di cattivi, di amici e di nemici, e un giorno chissà che non faremo tutti parte di una grande società intergalattica, come quella di Guerre Stellari (di George Lucas, 1977) o di Star Trek (di Robert Wise, 1979).
È, però, Steven Spielberg, già autore di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), che strizza l’occhio ai classici del genere, ad innovare la cinematografia sugli omini verdi, con il sorprendente E.T. (1982), col quale ribalta completamente la concezione dell’alieno: non più potente e subdolo conquistatore, ma cosmonauta sperduto ed impaurito che vuole solo tornare a casa. I cattivi diventiamo noi terrestri, proprio quegli eroi che ci avevano difeso dalle invasioni di trent’anni prima, che ora vogliono catturare la creatura per studiarla.
Sulla stessa linea si colloca Alien Nation di Graham Baker (1988), dove gli alieni sono riconosciuti e presenti sulla Terra, ma vittime di razzismo, emarginazione e povertà, finendo spesso nel tunnel della tossicodipendenza o ad avere rapporti con la criminalità organizzata. Extraterrestri come immigrati qualsiasi, accettati e poi masticati dall’America, perché essere alieni vuol dire, prima di tutto, essere diversi e emarginati dalla società.
Poi arrivano gli Anni Novanta, e le idee iniziano a venir meno. Così, meglio tornare a quelle belle invasioni aliene degli Anni Cinquanta, ma con tonnellate di effetti speciali in più, come in Indipendence Day di Roland Emmerich (1996), oppure facendone delle parodie, come il sottile Mars Attacks! di Tim Burton (1996). E per i complottisti convinti che il governo sappia di questi extraterrestri e li tenga nascosti alla popolazione, ecco il divertente Men in Black di Barry Sonnenfeld (1997).
Sempre controcorrente, il maestro Paul Verhoeven gira l’interessantissimo Starship Troopers (1997), recuperando i soliti super-alieni che vogliono distruggerci per pura cattiveria. Sennonché, ad attaccarli per primi siamo noi. Satira sottile della politica americana, veicolata attraverso tutti i media, cinema compreso.
E oggi? Oggi le idee sembrano essere ancora meno, con un’ondata di remake (Il pianeta delle scimmie, Solaris, La guerra dei mondi, Ultimatum alla Terra, District9, e in parte anche Super8) e l’ulteriore ritorno in pompa magna delle invasioni della Terra, nuova metafora del terrore del nemico arabo alle porte degli Usa (pensate a Signs, Cloverfield, World Invasion, Skyline) .

Valerio Moggia

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