lunedì 16 aprile 2012

IL CRISTIANESIMO IN ARMENIA


L’Armenia come la conosciamo oggi è una nazione dalla storia relativamente giovane, ma che per contro può vantare una tradizione culturale, spirituale e mistica millenaria. Probabilmente la maggior parte delle persone conosce questa piccola repubblica caucasica soltanto come una delle tante repubbliche ex-sovietiche, che ci sembrano perlopiù tutte uguali e di scarso interesse da un punto di vista prettamente culturale. Una cosa che pochi sanno, ad esempio, è che l’Armenia è la prima e la più antica nazione cristiana della Storia. La data chiave nella storia di questo Paese è l’anno 301, in cui il Cristianesimo è diventato religione di Stato. Ma la nazione armena ha una storia ben più antica e purtroppo spesso travagliata, in tempi antichi e anche più recenti. Questo perché è una terra che si trova in una posizione, la  zona del Caucaso, da sempre crocevia tra popoli e nazioni diversissime tra loro con le quali l’Armenia ha mantenuto sempre rapporti alterni di armonia e di grande conflitto. Storicamente la Grande Armenia (questo il nome col quale si indica l’Armenia storica, che aveva un’estensione molto maggiore rispetto all’attuale repubblica armena) si è trovata in mezzo a grandi imperi, come quello romano e poi quello bizantino a Occidente e quello persiano a Oriente. Soprattutto con i persiani i problemi e i conflitti non sono mancati, tanto è vero che l’Armenia è stata più volte occupata dalla Persia nel corso della sua storia.
 
Dopo il 301, un’altra data importantissima per l’Armenia cristiana è quella del 405, anno nel quale venne inventato l’alfabeto armeno (esattamente come il cirillico per il russo, anche la lingua armena ha un alfabeto esclusivamente proprio) a cui fece immediatamente seguito la traduzione in armeno della Bibbia. È da qui che prende il via la grande tradizione dei manoscritti armeni che va di pari passo con la tradizione mistico-letteraria. Moltissimi sono gli autori di testi mistico-spirituali venerati dalla chiesa armena, il più importante dei quali è San Gregorio di Narek. 

 
È opportuno sottolineare un aspetto importante riguardo alla chiesa armena: per prima cosa gli armeni non sono ortodossi come i greci o i russi. Il culto principale prende il nome di Chiesa apostolica armena, dotata di una propria guida, il Catholicos di tutti gli armeni, che risiede nella città sacra di Echmiadzin poco distante dalla capitale Yerevan. A questa si affianca la Chiesa cattolica armena che però storicamente è meno radicata sul territorio armeno ed è principalmente il culto della diaspora armena, ovvero di molte comunità armene insediate all’estero, soprattutto in Libano dove ha sede il Patriarca di Cilicia, guida suprema dei cattolici armeni. A Venezia, l’isola di San Lazzaro ospita a partire dal ‘700 un importantissimo monastero benedettino di rito armeno, quello dei monaci mekhitaristi.

L’evento della storia del popolo armeno che però viene ricordato in tutta Europa ormai da qualche anno coincide con la pagina più nera della storia armena: il genocidio perpetrato dal governo dei Giovani Turchi contro tutte le minoranze presenti sul territorio dell’ex-impero ottomano, en particolare contro gli armeni che furono rastrellati e uccisi in massa a più riprese tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900. La fase “storica” del genocidio armeno viene solitamente fissata al 1915, anno in cui vennero effettuati rastrellamenti e eccidi in massa come quello di Aleppo nell’attuale Siria. Tra i tanti armeni imprigionati e uccisi c’erano anche grandi esponenti di quella scuola poetica mistico-spirituale a cui ho fatto riferimento, tra i quali Daniel Varujan, grande poeta tradotto anche in italiano.

 
La stagione delle grandi persecuzioni si concluse con l’annessione all’Unione Sovietica nel 1920. L’Armenia che nel 1991 è uscita dall’Ex Urss è una nazione con una popolazione di circa 3 milioni  e mezzo e con un territorio decisamente ridotto rispetto a quello della Grande Armenia. Tant’è vero che molti dei simboli dell’identità armena, come il monte Ararat sul quale secondo la tradizione atterrò l’arca di Noè e la città di Ani,uno dei luoghi più sacri per la chiesa armena, si trovano oggi all’interno dei confini turchi. Ma l’Armenia, con le sue valli profonde e il profilo montagnoso, è rigonfia di gioielli architettonici, di chiese interamente scavate nella roccia, molte delle quali sono siti patrimonio dell’UNESCO nonostante spesso siano lasciate in declino e si trovino in luoghi sperduti. Simbolo supremo della cristianità armena, onnipresenti in tutte le chiese ma anche nelle piazze delle città sono i Khachkar, croci scolpite in pietra con un piccolo rosone alla base, talvolta raffigurate sulle pareti delle chiese con ai fianchi due leoni. Simboleggiano la morte e la resurrezione.


/Fabio/ 


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