venerdì 6 aprile 2012

Inscrutabilità del riferimento in Quine e Casalegno

Il seguente articolo rientra nella sezione "Discorsi Tesi", il cui obiettivo è presentare in breve il risultato di una ricerca, appunto la tesi di laurea, per fornirvi interessanti spunti da seguire per saperne di più sul tema trattato: ovviamente i pezzi non hanno lo scopo di darvi un quadro esauriente (che sarebbe impossibile fornire in poche righe, dato che ci è voluta un'intera tesi), ma dare il la per vostre future ed eventuali ricerche. Ecco il discorso della laurea triennale di /Fabio/, aprile 2012. Buona lettura!

INSCRUTABILITÀ DEL RIFERIMENTO IN QUINE E CASALEGNO
L’argomento sul quale ho concentrato la mia attenzione è il confronto tra le posizioni di Quine e Casalegno sul tema dell’inscrutabilità del riferimento. Com’è noto, la nozione di riferimento gode di una lunga e consolidata tradizione nella storia della filosofia del linguaggio. Essa stabilisce un legame fondamentale tra il linguaggio e la realtà extralinguistica. Quando parliamo di riferimento delle espressioni linguistiche, parliamo della capacità dei termini del linguaggio di rimandare, appunto, a oggetti o classi di oggetti della realtà extralinguistica e quindi della possibilità, per noi parlanti, di designare oggetti o classi di oggetti, di descrivere la realtà tramite il linguaggio. Per fare un esempio, il riferimento del predicato “essere rosso” è l’insieme di tutti gli oggetti che sono rossi.
Nella prima parte della mia tesina ho cercato di ricostruire alcune tappe salienti della storia della nozione di riferimento a partire dal pensiero di Frege, per il quale la nozione di riferimento è fondamentale poiché il riferimento dei singoli termini del linguaggio costituisce il contributo che essi portano nel formare il significato degli enunciati, che per Frege è un valore di verità, vero o falso. Ho analizzato anche la posizione dei neopositivisti che non contrasta con quella di Frege, per arrivare infine a Quine che per primo mette in discussione la nozione di riferimento introducendo il concetto di inscrutabilità.
Quando dice che il riferimento è inscrutabile, Quine non vuole intendere che i termini del linguaggio siano privi di riferimento, né che sia impossibile stabilire correttamente il riferimento dei termini. L’idea di Quine è che non è possibile stabilire in maniera certa e univoca a cosa si riferiscono i termini del linguaggio.
Possiamo capire cosa intende Quine con un esempio. Immaginiamo che uno studioso si trovi a contatto con alcuni parlanti di una lingua sconosciuta, della quale non esistono vocabolari o interpreti e che debba tradurre un’espressione “Gavagai” di questa lingua in italiano. Se ad esempio egli osserva, sulla base dei comportamenti verbali dei parlanti, che essi assentono sempre a “Gavagai” quando vedono un coniglio nelle vicinanze, allora potrebbe concludere che “coniglio” è una traduzione corretta di “Gavagai”. Ma in realtà le situazioni in cui un parlante vede un coniglio sono le stesse situazioni in cui vede anche altre entità, come ad esempio una parte non staccata di coniglio. Nella suddetta situazione quindi, sia “coniglio” sia “parte non staccata di coniglio” sono traduzioni accettabili di “Gavagai”. “Coniglio” e “parte non staccata di coniglio” hanno però in italiano un’estensione diversa, poiché “coniglio” si riferisce ai conigli
e “parte non staccata di coniglio” si riferisce alle parti non staccate di coniglio. Proprio da ciò scaturisce l’inscrutabilità del riferimento: dalla possibilità di tradurre un’espressione di una lingua con due o più espressioni di un’altra lingua aventi estensione diversa per i parlanti di quella lingua. Nel caso specifico, il problema è quello di stabilire quale sia il riferimento di “Gavagai”. A cosa si riferisce “Gavagai”? Ai conigli, alle parti non staccate di coniglio o a entrambe le cose? È opportuno specificare che Quine pone comunque un limite al fenomeno dell’inscrutabilità del riferimento. “Gavagai” può sì riferirsi tanto ai conigli quanto
alle parti non staccate di coniglio nella situazione considerata, ma non può riferirsi ad altre entità come i gelati o gli elefanti.
Casalegno ribalta la prospettiva quiniana estremizzando la nozione di inscrutabilità. La sua idea è che già dal discorso di Quine emerge un altro tipo di inscrutabilità, che non è quella descritta da Quine e che Casalegno chiama inscrutabilità quiniana. Questo altro tipo di inscrutabilità è l’inscrutabilità totale. Per inscrutabilità totale Casalegno intende semplicemente che una qualunque espressione linguistica può riferirsi a qualsiasi entità. Quindi nel caso considerato in precedenza, “Gavagai” può riferirsi ai conigli o alle parti non staccate di coniglio ma anche ad altre entità come i gelati o gli elefanti. L’inscrutabilità totale nel discorso di Quine, secondo Casalegno, scaturisce dal fatto che Quine pone come unica condizione per la correttezza di un
manuale di traduzione che il suddetto manuale mantenga inalterato nella traduzione il significato stimolo di alcuni enunciati (per significato stimolo di un enunciato Quine intende l’insieme delle situazioni che spingono un parlante ad assentire o a dissentire da quell’enunciato). Non viene posto invece da Quine nessun vincolo sulla traduzione di singole parole. Quindi, conclude Casalegno, qualunque traduzione di singole parole è accettabile purché sia contenuta all’interno di un manuale che rispetti il principio quiniano di correttezza. È molto facile per Casalegno, fatte queste considerazioni, ipotizzare l’esistenza di un manuale di traduzione dall’italiano all’italiano che rispetti il vincolo quiniano di correttezza e che consenta anche di tradurre a d esempio, “coniglio” con “gelato”.

/Fabio/

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