domenica 29 gennaio 2012

From Hell: il meccanismo della paura (Prima parte)

From Hell è un graphic novel scritto da Alan Moore e disegnato da Eddie Campbell in dieci episodi usciti tra il 1991 e il 1996 e narra le vicende del più affascinante serial killer della storia, tale Jack lo squartatore.
 

Fatti i compiti occorre fare una precisazione, non tenterò nemmeno lontanamente di essere obbiettivo o di analizzare in modo logico quest’opera, qualsiasi cosa che sembri vagamente oggettiva è puramente casuale.
 

Questo romanzo a fumetti è, a parere di chi scrive, l’opera massima di Alan Moore ed è tranquillamente in grado di far venire gli incubi a chiunque. Angosciante e terrificante sono le prime due parole che vengono in mente per descriverlo. Durante la lettura ho sentito seriamente il bisogno di fermarmi più volte e ho dormito poco e male nei giorni immediatamente successivi.  Ora non sto dicendo che sia una specie di Necronomicon dei fumetti, quello che è sicuro è che Moore sia riuscito nell’obiettivo di creare un horror/thriller che faccia veramente paura, e non è una cosa cosi scontata. La storia di Jack, cosi come viene raccontata in From Hell è totalmente irrealistica, coinvolge magia, massoneria, esoterismo e addirittura una sorta di viaggio temporale, e allora come mai, se è cosi poco reale riesce ad essere cosi terrificante? Chi ha letto qualcosa uscito dalla penna di Alan Moore sa che la sua forza sta nella fase di documentazione che viene prima della stesura vera e propria, e in questo particolare romanzo questa sua particolarità è portata all’estremo, la documentazione sul personaggio dello squartatore ma non solo, sulla stessa storia e topografia della città di Londra fino a risalire a ben prima che portasse questo nome raggiunge uno stato quasi maniacale.
 

Leggendo si sente la sicurezza con cui vengono inseriti certi elementi, la sicurezza di chi sta raccontando dei fatti e non una storia di fantasia. Questo modo di raccontare fa si che si senta sempre più impellente il bisogno di rassicurarsi sul fatto che la storia sia inventata, ed è qui che Moore ti frega.
 

Ti frega nel momento in cui tu, stupido lettore, vai a cercare le cose più assurde che ti vengono raccontate e vai a controllarle, pensando di trovare che sono invenzioni dell’autore così da tornare nel rassicurante mondo reale. Ti frega quando tu vedi e leggi Jack tracciare delle linee rette che uniscono i luoghi dei vecchi templi pagani sul suolo di Prima dell’esistenza di Londra stessa traendone un pentacolo, e tu pensi ovviamente che sia una cavolata. Vai a prendere una cartina della città e fai lo stesso, e quello che ti scende lungo la schiena quando il pentacolo di Jack ti prende forma davanti agli occhi può solo essere un brivido freddo. Questo è solo un esempio, forse il più ovvio e meno agghiacciante dell’intera opera, ma è in questo modo che si innesca il meccanismo della paura. Facendoti dubitare della realtà, portandoti a credere che il racconto sia perfettamente plausibile in ogni sua parte, usando piccoli dettagli, piccole verità per creare una grande bugia perfettamente credibile. Un meccanismo che avanza inesorabile fino a farti pensare di non essere perfettamente in te, fino a farti dubitare della tua visione del mondo. In quel momento, dura solo un istante perché già nel momento in cui quel pensiero ti passa per la testa lo bolli come frutto della tua suggestione, perché lo sai che “è solo un fumetto”, ma è troppo tardi. Oramai l’hai pensato e lo scopo di Moore e Campbell è raggiunto, la tua realtà personale ha vacillato e fino all’ultima pagina te ne ricorderai.
 

Quando poi ci ripensi a mente fredda capisci cosa è From Hell, capisci che solo la scrittura di un genio e i disegni di un artista potevano partorire una cosa del genere, e la grandezza del puzzle e del meccanismo di terrore innescato ad arte ti si palesa.
 

Paolo Gabbiani.

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