venerdì 27 gennaio 2012

La giornata della memoria

Ho sentito persone che si chiedono quale sia il fine, quale la funzione della giornata della memoria. Ed io, che considero questa giornata come una di quelle più importanti dell’anno, non riesco a capirne il motivo, e per più di una ragione. La prima, e più ovvia, è che per noi è un dovere ricordare quello che è successo, fermarci a meditare che l’olocausto è realmente stato (a differenza di ciò che sostengono alcuni revisionisti), che i campi di sterminio non sono un’invenzione cinematografica ma, probabilmente, la più tremenda prova di quanto odio, di quanta violenza, di quanti morti, di quante atrocità l’uomo possa essere capace. Bisogna ricordare e tramandare alle generazioni future, perché si farà fatica a credere che simili cose siano potute accadere. Si farà fatica ad immaginare persone ridotte a morire di fame, di fatica, di freddo di percosse subite a cause di infrazioni di regole assurde, create solo per essere infrante, create per dare una "motivazione" all’omicidio. Giusto quelle volte che la si voleva cercare. Non riuscirà facile immaginare che a tali torture non erano destinati "solo" prigionieri di guerra, ma anche civili: donne, bambini, anziani nessuno era esentato dall’odio nazista. Come faranno le generazioni che verranno a poter credere a tutto ciò che è successo: alle camere a gas, ai forni crematori, alle sperimentazioni scientifiche, alle copertine di libri fatte con i tatuaggi dei deportati, alla variante del bowling dove i birilli erano persone, la pista un scalinata, la palla un macigno, lo strike una strage. A volta le immagini e i racconti sono forti, ci scuotono, quasi ci fanno venire la nausea. Ma se non ci fossero come si potrebbe in futuro credere che realmente ciò è successo? Soprattutto non dobbiamo limitarci a ricordare, abbiamo anche il dovere morale di imparare da quello che è successo. Perché a compiere l’olocausto non furono solo i gerarchi nazisti e le SS: non avrebbero mai potuto compiere simili atrocità senza il silenzioso, obbediente consenso della popolazione, ingannata con menzogne, istigata all’odio. Allora quasi nessuno ebbe il coraggio di protestare, e ciò concesse la possibilità di effettuare lo sterminio. A ormai più di sessant’anni da quei massacri non dobbiamo dimenticare e soprattutto non possiamo commettere lo stesso errore. Perché sempre più frequentemente si vedono sventolare bandiere con svastiche e croci celtiche, sempre più spesso si sente inneggiare al duce e urlare frasi razziste. È riduttiva come analisi del problema dire che tali comportamenti siano dovuti all’ignoranza (il che comunque sottolineerebbe ancora di più, se ce ne fosse bisogno, l’importanza del giorno della memoria) perché quelle persone sono base fertile per nuovi episodi di discriminazione, di violenza. Perché, purtroppo, oggi come allora c’è chi cerca di convincere il popolo che il diverso sia pericoloso, che straniero sia uguale a disonesto, che immigrato corrisponda a criminale. E da queste menzogne nasce la violenza: infatti abbiamo persone di colore uccise a sprangate al grido di "Picchiamo il negro" o ragazzine marocchine picchiate all’uscita da scuola senza che nessuno non solo intervenga, ma semplicemente chiami un’ambulanza. L’indifferenza a questi atti porta successivamente alla loro accettazione, e ciò potrebbe portare a nuovi olocausti: non pensiamo che l’uomo sia cambiato così tanto da allora, torturare persone è, purtroppo, ancora strumento di interrogatori anche in quell’occidente che si dichiara portatore di civiltà e di democrazia. Con la giornata della memoria si vuole combattere questa indifferenza, che è il più solido fondamento per ogni ingiustizia. Magari smuoverà le persone solo di un puntino, ma milioni di puntini possono cambiare il mondo.

Pietro Giuliani
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2 commenti:

  1. L'importante è che questa giornata rimanga e che se ne parli, come giustamente è accaduto anche quest'anno. Mi ha lasciato però molta amarezza vedere che in prima serata sui principali canali Tv, ovvero rai1 e canale5 ci fossero rispettivamente una gara canora tra Pupo e Albano e Zelig..
    Eppure di film sull'Olocausto ne hanno fatti..e quanti..

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  2. Beh dai su rai 3 c'era The reader... e su la7D "Train de Vie" non ci si può lamentare, al di là del fatto che si poteva fare qualche sforzo in più...

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