martedì 14 febbraio 2012

Introduzione al capitolo XVI de "I promessi sposi"

Riportiamo di seguito l'introduzione della tesi di laurea "Il posto de' vergognosi:analisi del capitolo XVI dei promessi sposi" di Elisa Carati. Buona lettura!

Sfogliando una monografia su Alessandro Manzoni mi sono imbattuta in una considerazione
quanto mai veritiera: il critico afferma che si può avere l’impressione di «averlo
metabolizzato», di conoscerlo appieno senza bisogno di scavare più a fondo nelle sue opere.
È come se Manzoni rimanesse nei ricordi delle persone come un autore che più nulla ha da
dire oltre a una storia di due promessi sposi che alla fine riescono a unirsi. Archiviato,
conosciuto da tutti coloro che abbiano ricevuto una discreta istruzione.
A chi si prende la briga di analizzarlo approfonditamente la questione apparirà però ben
diversa perché Manzoni risulta un autore complesso e dalle molte sfaccettature, un autore
che evolve proiettando i frutti della maturazione nelle sue opere.
I Promessi Sposi sono l’approdo di un lavoro lungo e meticoloso eseguito sulla lingua, sullo
stile, sui contenuti, sul contesto e sull’ideologia che li sorregge. Un romanzo di una
semplicità trasparente ma creata ad hoc; il punto d’arrivo di un progetto ben delineato nella
mente dell’autore. Solo attraverso considerazioni come questa si può capire come I Promessi
Sposi abbiano sempre qualche cosa da dire al lettore attento e (soprattutto) caparbio:
qualcosa che era sfuggito a una lettura superficiale, un rinvio che se guardato con interesse
rivelerà la sua appartenenza a una tessitura molto più articolata e calcolata.
Così prende avvio la mia tesi, volta ad analizzare il capitolo XVI dell’opera, “quello
dell’osteria di Gorgonzola”, a riprova che leggere I Promessi Sposi senza pregiudizi non è
affatto questione da nulla.
Sfogliando pagine di critici autorevoli del Manzoni e dei Promessi Sposi mi sono resa conto
che questo capitolo figura spesso e volentieri solamente di scorcio. Poche pagine sull’osteria
di Gorgonzola e sul mercante bastano a liquidarlo per dedicare maggiore attenzione ad altri
episodi che sicuramente meritano un’osservazione molto più approfondita.
Oltretutto esso è situato in una posizione per così dire “difficile”, racchiuso fra tre colossi del
romanzo: il capitolo XIV in cui Renzo all’osteria della Luna piena fa il matto sotto gli effetti
del vino; il XV che lo vede braccato dagli sbirri e dal notaio; il XVII, la fine della fuga, la notte
di riflessioni e la salvezza oltre l’Adda.
Ciò nondimeno il XVI capitolo, seppur palesemente di passaggio, è fondamentale ai fini del
Manzoni per una serie di ragioni che, punto per punto, ho cercato di cogliere nel corso del
presente lavoro.
In effetti il capitolo parla molto, e non solo dell’osteria che incontra Renzo a Gorgonzola:
ogni singolo punto evoca tematiche e sfumature che nel corso del capolavoro riemergono
ora con maggiore ora con minore evidenza. In primo luogo si affacciano temi fondamentali
quali la fuga, la strada, la deformazione e l’inganno in cui sono campioni i potenti e (qui
soprattutto) i servi dei potenti; secondariamente ci si presenta un felicissimo Manzoni ritrattista
impegnato nello schizzo spassoso di personaggi secondari perfettamente riusciti in
un unico gesto che li rappresenta. Infine, e forse argomento più rilevante fra i tanti, spicca la
crescita di uno dei personaggi principali, Renzo, che in un sol capitolo è capace di dimostrare
al lettore che cosa ha imparato dalla lezione appena inflittagli dal destino avverso. È proprio
qui che l’autore ce lo presenta come Lucia, la monaca di Monza oppure l’Innominato (per
fare i nomi più celebrati), ovvero come personaggio “problematico” che cresce e matura in
una costante evoluzione.
Il capitolo XVI ce ne dà conferma. È un piccolo frammento di tutto il romanzo, importante
poiché si delinea come certificato della sua problematicità e il lettore ha la fortuna di avere
tra le mani un segnale così forte da parte di Manzoni proprio all’inizio di tutte le peripezie.
Come è evidente, sebbene la critica ci abbia posto limitato studio, il capitolo non è affatto
privo di interesse. L’obbiettivo sarà, quindi, dare un quadro semplice ma vivace di una
sequenza alquanto “rivelatrice” dei Promessi Sposi.

Elisa Carati

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