giovedì 2 febbraio 2012

La politica oggi...?

Io faccio parte di quella generazione nata alla fine della guerra fredda cresciuta nella ricchezza e spensieratezza, forse solo apparente, degli anni '90. Troppo spesso questa generazione è stata accusata di mancanza di valori, di indifferenza, di essere irrispettosi e immorali. Però molti che ci accusano di questo, una quarantina di anni fa erano in giro per le strade a gridare slogan come “Vietato vietare” o “L'utero è mio e lo gestisco io”. Ironico vero? Ma anche ammettendo che queste accuse siano vere(e in alcuni casi lo sono) chiediamoci il perchè; quel è il mondo politico in cui ci troviamo a vivere? Cercando una risposta a queste domande ci troviamo di fronte al fatto che le ideologie ormai non ci sono più. A prevalere è la logica del tifo: non si valuta l'idea ma la persona che la dice. Una volta c'era la distinzione tra DC e PCI, oltre ai vari altri partiti che occupavano un posto abbastanza chiaro nella scena politica italiana. Poi a un certo punto il giocattolo si è rotto: ci si è accorti che era tutto un magna magna, tangenti, corruzione, favori di palazzo infestavano la politica; inoltre la caduta del blocco sovietico ha causato un terremoto ideologico nei nostrani “eterni secondi” del PCI. Quello che c'era a metà anni '90 in Italia era un clima di insoddisfazione generale verso il passato e di stanchezza verso la politica, la gente voleva il cambiamento. In questo periodo scende in campo Berlusconi, self made man, proprietario di tre televisioni, pieno di donne e di milioni. Con un discorso pieno di retorica che faceva leva su luoghi comuni, inizia il processo che cambierà la politica italiana. In questo processo si vedeno nuovi partiti e nuove alleanze politiche, sia a destra che a sinistra, in cui erano confluite persone che nella prima repubblica erano di fazioni opposte e ciò provoca una crisi di identità alle vecchie ideologie e classificazioni le quali però non spariscono del tutto ma vengono sostituite. Infatti credo che tutte le categorie politiche attuali si possono riassumere in berlusconiani e antiberlusconiani. Berlusconi è il protagonista della politica degli ultimi 18 anni e non certo per le sue (in)capacità di statista; la causa di questo è da ricercare in parte nel suo ego ma anche nell'evidente incapacità delle sinistre di far politica sia al governo sia all'opposizione. Dal 1996 ad oggi hanno vinto due elezioni ma questi due periodi di governo non sono stati in grado di cambiare niente ed anzi hanno preparato il terreno per la marcia trionfale di Berlusconi alle elezioni successive( e questo è dimostrato dai dati elettorali). Una volta all'opposizione poi non hanno fatto altro che denigrare Berlusconi e le sue disgustose uscite senza però occuparsi cose concrete. Negli ultimi anni abbiamo avuto anche qualche esempio di movimenti extraparlamentari che qualche idea accettabile potevano pure averla ma poi sono scaduti regolarmente nella scarna polemica contro i politici; non si riesce a capire che un'idea deve essere buona in assoluto, senza bisogno di dire che quello che fa l'altro è sbagliato. Ciò che tutti i politici fanno è polemizzare contro la parte avversa senza guardare se stessi e questo mi fa veramente incazzare e scusate il termine. Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa è una frase che va benissimo per i tempi nostri ma che in realtà è presa da un'opera del 1973, La solitudine del satiro di Ennio Flaiano. Ora questo fa capire come le cose non siano molto cambiate negli ultimi 40 anni nonostante le contestazioni giovanili, pregnate di ideologie o almeno così piace pensare a chi le ha fatte, e nonostante la svolta politica degli anni '90. La continua, noiosa diatriba tra berlusconiani e antiberlusconiani ha portato allo svuotamento ideologico della politica italiana ed ormai destra e sinistra esistono solo per convenzione, ma non riflettono i valori che hanno avuto nella storia; la tendenza alla sparizione tra destra e sinistra c'era già a partire almeno dagli anni '80 (o forse da molto prima) ma si è poi accentuata nei due decenni successivi, fino a raggiungere il culmine oggi con la politica degli inciucci e dei governi mischiati; infatti ci si trova nella condizione in cui le alleanze di primi sono completamente saltate. PD e PDL siedono entrambe nella maggioranza e gli alleati di ieri sono all'opposizione, più per volontà di far casino che per convinzione. Questa coalizione non è negativa in sè: è giusto che in momenti di crisi le varie forze politiche accantonino le divergenze per pensare al bene del paese. Peccato che la coalizione attuale non lo fa. Ci si trova dalla stessa parte e forse era l'unica soluzione possibile, ma sicuramente era la cosa che accontentava gli interessi di tutti i politici, e di altre forze anche internazionali, non per forza quelli dei cittadini. Ovviamente però l'unico potere che ha l'attuale maggioranza è il potere di dire sì a Monti. Non si può rifiutargli l'appoggio perchè se cade Monti si va alle elezioni e il rischio, soprattutto a sinistra, è che spunti fuori qualcuno che faccia saltare gli equilibri dei partiti soppiantando gli attuali leader. Ed è meglio stendere un velo pietoso sulle scenate varie della lega che ha rispolverato i soliti vecchi stupidi slogan(mai del tutto abbandonati) tipo Roma ladrona, abbasso i poteri forti ecc. ma in quanto parlamentari i loro stipendi non li paga forse Roma? E dei poteri forti non fanno parte anche loro(o perlomeno ne facevano parte fino a un paio di mesi fa)? Si tratta qui del classico sputo nel piatto in cui si mangia. E perchè non parlare del PDL? L'investitura di Alfano come se fosse un personaggio dalle idee nuove quando invece nei discorsi e nei fatti è ed è sempre stato un (neanche tanto) bel cagnolino ammaestrato, fedele a Berlusconi. Del terzo polo non parlo perchè non ho ancora capito che cos'è nè mi fanno troppo commuovere le lacrime della Fornero che tanto i sacrifici lei non li fa. Ci sarebbe anche il bel conflitto di interessi di Passera e altre cose. Insomma è cambiato tutto ma in realtà non è cambiato niente: non c'è più morale contessa. E non è più l'ironico riferimento al volere degli operai di avere il figlio dottore, che Paolo Pietrangeli gli ha dato nei lontani anni '60, ma è un perfetto riferimento, questa volta svuotato completamente dall'ironia, della situazione politica attuale e del recente passato. Di problemi ce ne sono molti e le soluzioni non sono semplici; non voglio commentare il movimento dei forconi e lo sciopero dei tir poichè sono fenomeni che conosco troppo poco per poter dare un giudizio positivo o negativo, voglio però fare una considerazione sulle manifestazioni e sui movimenti popolari in genere: io sono favorevole se sono pacifici e sostengono proposte concrete e fattibili e purtroppo non tutte le manifestazioni hanno questi requisiti. Allo stesso modo credo che il governo non debba fare orecchie da mercante e ignorare le manifestazioni adducendo motivazioni più o meno plausibili; bisogna condannare i gesti di violenza ma bisogna anche saper capire e dialogare sui motivi che spingono la gente pacifica in piazza cosa che questo governo, come anche i precedenti, non sembra fare.
Ci sono molti problemi ma sia chiaro ci si può risollevare. Naturalmente io non ho la soluzione; sui problemi a carattere istituzionale dico solo che ritengo indispensabile il cambiamento della legge elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari oltre che dei loro stipendi e anche il cambiamento vero ai vertici dei principali partiti. Queste cose però non bastano a risolvere tutti i problemi e il punto su cui voglio insistere è il cambiamento sui valori della politica. Io sono convinto che il cambiamento deve partire dal basso e dalle cose più piccole e banali. Non possiamo farci sedurre dal pessimismo, dalla rassegnazione, e soprattutto dalle facili critiche. Dobbiamo agire seguendo la moralità che c'è dentro di noi; dobbiamo seguire la nostra coscienza. Coscienza è un termine che non va di moda: troppo religioso, troppo vecchio eppure troppo importante per zittirla con una martellata come invece spesso si fa. Bisogna avere dei valori positivi che seguano una morale, anche quella cristiano-cattolica, ed è necessario partire dalle cose piccole che non hanno nulla a che fare con i grandi problemi, ma che per questo sono più facili da compiere nel modo giusto. Se non gettiamo rifiuti per terra o non beviamo prima di guidare non si abbassa lo spread, non creiamo posti di lavoro nè incrimentiamo il PIL, però facciamo la cosa giusta e abituiamo noi stessi a seguire le regole e le leggi; partendo da qui saremo poi capaci di gestire nel migliore dei modi le responsabilità a cui la vita ci metterà di fronte. Cambiare il mondo non è solo possibile ma anche doveroso, però è un processo lento e prima del mondo dobbiamo cambiare noi stessi partendo dalle cose più piccole e insignificanti. L'unica cosa che conta è fare la cosa giusta, sempre. Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare(A. Einstein).

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