lunedì 6 febbraio 2012

From Hell: il meccanismo della paura (Seconda Parte)

Come accennato in precedenza, grande importanza viene data da Moore alla documentazione, la sua precisa cura dei dettagli e delle fonti, interamente riportate e approfondite pagina per pagina nell’appendice finale dell’opera, avvicina From Hell più ad un saggio che ad un opera di consumo come il fumetto. Emblematico esempio del perché Alan Moore sia considerato il più grande autore del genere, colui che è riuscito a traghettare con ampio merito il fumetto all’interno dei canoni dell’arte letteraria, accanto ad opere fondanti del pensiero umano.
 
Detto questo, la fonte principale è il libro del giornalista inglese Stephen Knight Jack the Ripper: The final solution, frutto delle rivelazioni fatte all’autore da tale Joseph Norman Sickert, presunto figlio del pittore Walter Sickert e di Alice Crook, presunta figlia di Annie Crook che, a suo dire, l’avrebbe avuta addirittura dal principe Albert Victor della Casa Reale. Il libro di Knight non fu il primo a trattare del celebre complotto reale, ma fu quello che seppe dare per la prima volta un corpo coeso a tutte le dicerie fino ad allora presenti sul caso dello Squartatore.
 
Il libro, va detto, è un insieme di ipotesi e racconti imprecisi, su tutti quello fondante di Sickert, che più volte, dopo la pubblicazione dell’opera, rilasciò pubblicamente nuove incredibili rivelazioni confessategli dal padre, una più assurda dell’altra, compresa una clamorosa smentita totale al Sunday Times (dichiarò d’essersi inventato tutto, tranne il fatto di discendere da Walter Sickert e di essere erede al trono d’Inghilterra per parte materna). Se non è la storia nel suo complesso ad essere vera (ma, senz’altro,verosimile), lo sono le singole componenti: la ricostruzione della storia e del simbolismo massonico, e i vari riferimenti celati nella misteriosa Londra, sono tutti precisamente riportati (tanto da poter dire che From Hell è una guida turistica imprescindibile per chi vuole recarsi in viaggio nella capitale inglese, moto più di quanto non lo ossa essere Il codice Da Vinci per Parigi); l’ambiente sociale della Londra dell’epoca e i curiosi e celebri individui che l’abitavano (non solo il già citato Walter Sickert, che fu pure tra i sospettati per i delitti di Whitechapel, ma anche Oscar Wilde, o il celeberrimo Elephant man John Merrick); e perfino la storia personale del dottor William Gull, probabilmente il vero Jack lo squartatore, complotto reale o meno.
 
A Moore non interessa la verità sul caso dello Squartatore, la storia suggestiva gli permette di catturare l’attenzione del pubblico, i disegni estremamente precisi e realistici di Eddie Campbell –quasi delle fotografie- e la precisione delle fonti e dei riferimenti lo catapultano dentro la crudele realtà della trama, ma il vero obiettivo del genio di Northampton è quello, solito e ricorrente, di fornire una riflessione sulla società moderna. V for Vendetta è uno spaccato delle paure dovute all’ascesa della destra di Reagan e Tatcher negli Anni Ottanta, Watchmen racconta la deriva del sogno americano e la crudele ipocrisia nella quale esso affoga, La lega degli straordinari gentlemen è un’allegoria della caduta dell’impero britannico e dell’ascesa di quello statunitense, che racchiude in sé i germi del Novecento. E così From Hell ci mostra il mondo di oggi, il morboso accanimento con il quale osserviamo e ci saziamo della cronaca nera attraverso i media, con il quale asseriamo le nostre idee sull’omicidio di Sarah Scazzi e insceniamo processi e comminiamo condanne, il modo in cui ci mettiamo dalla parte dei buoni e scaviamo quel solco magmatico che serve a dividerci dai cattivi. Quello che Moore vuole dirci è che tutto è cominciato lì: Jack lo squartatore è stato il primo vero fatto di cronaca nera della storia del mondo, il primo vero assassino-pop, precursore dei Charles Manson, dei Mostri di Firenze, degli Erika e Omar e delle Amanda Knox, un simbolo sul quale hanno scritto libri, girato film e, ovviamente, scritto fumetti.
 
Valerio Moggia.

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