venerdì 9 marzo 2012

Verso Euro 2012: Irlanda


La storia

La Guerra d’Indipendenza degli Anni Venti non si combatté solo nelle strade d’Irlanda, ma anche, in piccola parte, nelle aule della IFA, la Federazione calcistica dell’isola, che fino ad allora aveva avuto il compito di selezionare i giocatori per la nazionale. Dalla sua sede di Belfast si staccarono alcuni indipendentisti, che fondarono la FAI nella capitale del sud Dublino.
Ad eccezione della discreta partecipazione alle Olimpiadi 1924, la questione della nazionale di calcio dell’Eire è rimasta ambigua fino agli Anni Cinquanta, quando la Fifa decise di riconoscere la FAI come Irlanda, e la IFA come Irlanda del Nord, vietando alle due distinte federazioni di continuare a convocare calciatori in tutta l’isola, di qua e di là del confine.
Precedentemente, nel 1949, l’Irlanda era stata la prima nazionale non appartenente al Regno Unito a sconfiggere i maestri inglesi in casa loro, al Goodison Park di Liverpool, per 2-0.
Alle qualificazioni ai Mondiali 1958, sfiorò il successo ai danni ancora dell’Inghilterra, mentre i cugini del Nord eliminavano per la prima (e finora unica) volta l’Italia dalla fase finale del torneo iridato, trascinati dal fuoriclasse del Tottenham Danny Blanchflower.
Nei Mondiali del 1966, disputatisi nella vicina Inghilterra, l’Irlanda sfiorò ancora la qualificazione, perdendo per 1-0 la spareggio contro la Spagna. Nonostante potesse schierare il suo miglior talento di sempre, il centrocampista del Leeds Johnny Giles, e in seguito il pari ruolo LiamBrady (una carriera gloriosa con Arsenal, Sampdoria, Juventus, Inter e Ascoli), la nazionale verde smeraldo non riuscì a vedere la fase finale di un grande torneo fino agli Europei 1988 (mentre l’Irlanda del Nord aveva centrato uno storico ritorno ai Mondiali nel 1986, quando i suoi pali erano difesi da Pat Jennings dell’Arsenal). A quell’epoca, una squadra priva di giocatori di spicco riuscì a ottenere un buon risultato nel torneo continentale (si ricordi la vittoria all’esordio contro l’Inghilterra), grazie ad un gruppo unito e ben gestito dall’ex-campione del mondo inglese Jack Charlton. A quel tempo, la nazionale di rugby irlandese aveva già conquistato sette Home Championship, undici Five Nations, sei Triple Crown e un Grande Slam.
La stessa squadra ottenne anche la prima storica partecipazione ai Mondiali, nell’edizione 1990, dove raggiunge la sua miglior posizione internazionale, con i quarti di finale, eliminata dai padroni di casa dell’Italia. Sempre con Charlton in panchina, l’Irlanda si ripresentò quattro anni dopo, regolando i conti con gli azzurri, con una vittoria all’esordio per 1-0, e poi eliminata agli ottavi dall’Olanda, mentre emergono talenti come il terzino Denis Irwin e il mediano Roy Keane, destinati a diventare due bandiere del Manchester United.
La nuova generazione irlandese, dopo la fallimentare esperienza delle qualificazioni europee 1996, condurrà la nazionale al suo secondo Mondiale nel 2002, mettendo in mostra giocatori con Shay Given, Ian Hart, Damien Duff e Robbie Keane. È questa l’ultima presenza dell’Irlanda ad un grande torneo, infranta in occasione di questi Europei, dopo che la panchina è stata assegnata per la prima volta ad uno straniero, l’ex tecnico di Juventus, Inter, Bayern Monaco e Italia Giovanni Trapattoni, che ha già sfiorato la qualificazione ai Mondiali 2010 (fu un gol irregolare del francese Thierry Henry a lasciare a casa i verdi di Dublino).

Il cammino verso Euro 2012

Accanto ai veterani Shay Given, portiere dell’Aston Villa che Trapattoni ha paragonato a Buffon, e Robbie Keane, rientrato in Europa con un prestito al Villa dai Los Angeles Galaxy, una generazione di giovani e onesti calciatori, dalla quale sembra spiccare solo il genio e sregolatezza Aiden McGeady, ala dello Spartak Mosca. Ma la vera stella è lui, Giovanni Trapattoni, l’uomo che è riuscito a restituire un’anima e un obiettivo a questa squadra, vincitore da giocatore di due scudetti e una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale (tutti con la maglia del Milan), e da allenatore di sette campionati italiani, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana, un campionato tedesco, una Coppa di Germania e una Coppa di Lega tedesca, un campionato portoghese e un campionato austriaco, e poi una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, tre Coppe Uefa, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale (con Juventus, Inter, Bayern Monaco, Benfica e Salisburgo), titoli che lo qualificano come uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio.
In un girone con diverse squadre di bassissimo livello come Armenia (battuta per 1-0 in trasferta e per 2-1 in casa), Andorra (battuta per 3-1 in casa e 2-0 in trasferta) e Macedonia (battuta per 2-0 in trasferta e per 2-1 in casa), il pericolo maggiore per la nazionale irlandese era la Russia, che infatti ha espugnato la Dublin Arena per 3-2, tenendo poi il pareggio nel match di ritorno. I due pareggi contro la Slovacchia, reduce dall’ultimo Mondiale, potevano condannare i verdi a guardarsi il torneo da casa, ma la discontinuità di risultati di Hamsik e compagni (capaci di vincere in Russia e di perdere sonoramente in entrambe le occasioni contro l’Armenia) hanno fatto arrivare l’Irlanda fino al secondo posto. Capocannoniere assoluto del girone, Robbie Keane ha dimostrato di essere un fattore tecnico e carismatico imprescindibile in questa squadra, autore anche di una doppietta nel 4-0 con cui la sua squadra è andata a vincere in Estonia, nella gara d’andata degli spareggi. Al ritorno è bastato l’1-1 per ottenere il ritorno agli Europei, ai quali l’Irlanda parteciperà per la seconda volta, dopo il 1988 in Germania Ovest.

Partite dell’Irlanda agli Europei

Euro ’88: I gir. Inghilterra – Irlanda 0-1

II gir. Irlanda – Urss 1-1

III gir. Irlanda – Olanda 0-1

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