sabato 19 novembre 2011

La Repubblica di Platone lezione del 19/11/2011



Scuola di Atene di Raffaello (1509/10)
dimensioni: 770x500
Platone viene rappresentato mentre
indica il mondo delle idee

Platone
Breve introduzione:






• Nasce nel 428/427 a.C.
•Diventa discepolo di Socrate
•Dopo la morte del maestro (399 a.C.) viaggia molto soprattutto a Siracusa, dove vuole educare Dionisio II per instaurare il governo ideale
•Tornato ad Atene, fonda l’Accademia (365/364 a.C.)
•Muore nel 348/347 a.C.

Produzione:





• 36 opere di cui 34 dialoghi, un monologo (Apologia di Socrate) e una raccolte di lettere, di cui la paternità è dubbia
• I dialoghi si dividono in:
1. Opere della giovinezza (es. Apologia e Libro I Repubblica): dialoghi socratici dal carattere confutatorio;
2. Opere della maturità (es. Simposio e libri II-X Repubblica): parziale distacco dal maestro
3. Opere della vecchiaia (es. Politico, Leggi): distacco da Socrate è totale
• Scopo suoi dialoghi: risanare la vita privata e pubblica della città tramite metodo socratico=distruzione falsi saperi (doxa) e costruzione di una nuova episteme (conoscenza scientifica); critica a saperi tradizionali e vita politica (esperienze negative sia con governo 30 tiranni, sia con democrazia, che ha ucciso Socrate)

La Repubblica
Nodi centrali:







A. GIUSTIZIA: Che cos’è la giustizia? Il giusto è felice?(libri I e X)
B. ANIMA: Come è composta l’anima? Quali sono le differenze tra le anime, che portano i filosofi ad essere i migliori governanti possibili?
(libri III e IV)
C. IDEE: Qual è la “gerarchia” delle idee? Che cosa illustra il Mito della Caverna? (libri VI e VII)
D. STATO IDEALE: Che cos’è la Repubblica? E la libertà?(Problemi di Interpretazione dell’opera platonica e del suo rapporto con il Politico e le Leggi)

A. LA GIUSTIZA: LIBRO I

• Problema della giustizia sotto forma di dialogo aporetico (confuta convinzioni interlocutore) prima con Cefalo, poi Polemarco, infine Trasimaco
• 3 punti di vista sulla Giustizia (NOMOS):
I. Cefalo+Polemarco=moralità tradizionale: giustizia è fare bene agli amici, restituire ciò che si è avuto in prestito, obbedire agli dei confutazione Socrate: allora bisogna fare male ai nemici?Rendere una persona peggiore non può essere giusto!
II. Trasimaco= moralità spregiudicata, NATURALISMO o CONVENZIONALISMO ETICO: la giustizia è l’utile del più forte (es. governanti), chi fa bene per gli altri è infelice, il tiranno è la persona più felice del mondo! (pag. 309)
III. Socrate=giustizia è un bene da perseguire di per se stesso, è virtù, sapienza, svolgere la propria funzione (pag. 329). Ma non riesce a confutare Trasimaco, per questo deve passare ad un livello superiore tramite postulato metodico, analogia con la lente di ingrandimento, vedi problema anima

Collegamento a LIBRO X
MITO Escatologico DI ER:

• giustizia porta a felicità, gli dei amano i giusti!
• Er è un soldato defunto che resuscita per raccontare la sua visione
dell’aldilà: premi per i giusti, pene per gli ingiusti
• Descrizione dell’Universo, della Necessità e dell’Armonia del Cosmo
• Dopo aver visto l’Universo e la sua Armonia, le anime devono scegliere la loro vita futura: l’anima migliore, educata alla virtù, sceglierà la vita migliore; infine si passa per la pianura di Lete, dove si beve l’acqua che fa dimenticare la vita passata
• La prima anima vista da Er, sceglie la vita del tiranno: la sua scelta stolta ed irreversibile, lo porterà alla dannazione. Importanza consapevolezza nella scelta!!!
• Il mito rappresenta un’esortazione alla virtù rivolta a chi non ha potuto comprendere gli argomenti filosofici

B. L’ANIMA: LIBRO III

• Problema della giustizia a livello superiore, della città (pag. 379) tramite metafora della grammata (postulato metodico): la città è giusta se ognuno svolge proprio compito, cioè esercita sua virtù
• Per esercitare virtù necessario lungo processo di educazione: no ricchezze, no beni personali, migliori al governo
• Giustificazione governo=nobile menzogna, mito dei nati dalla terra: menzogna da usare come farmaco in dosi non esagerate
• MITO NATI DALLA TERRA(pag 529): anime d’oro=filosofi-governanti;
anime d’argento=“cani da guardia”, guardiani; anime di ferro o bronzo=artigiani+contadini
• Primi due gruppi necessitano di educazione a virtù e coraggio, abitazioni comuni, no patrimoni propri (origine dei mali) critica a modello oikos, casa-azienda
• La terza classe può avere proprietà privata e patrimonio. Deve fornire cibo alle prime due classi, che la governano e proteggono.

IMPORTANTE:
 Le “classi” di cui si parla nella Repubblica non vanno intese nel
senso moderno del termine, cioè come ceti, perché ciò implicherebbe anche una valutazione in senso economico, che è completamente assente in Platone;
 Molti commentatori hanno parlato di coercizione volendo intendere il governo della prima e della seconda classe sulla terza come costrittivo, secondo rigidi parametri da rispettare per avere una Kallipolis; in realtà sarebbe più opportuno parlare di PATERNALISMO, tramite il quale la classe più dotata di sophia e che ha ricevuto una rigida educazione, governa “bonariamente” sul terzo ceto, come un padre con il figlio, volendo unicamente il suo bene e quello dell’intera comunità

B. L’ANIMA: LIBRO IV






• Tripartizione anima:
I. Si passa da “lettere grandi” (comunità) a “lettere piccole” (individuo)
II. L’anima dell’individuo e divisa in 3 parti (pag 593):
a) Razionale
b) Collerica
c) Concupiscibile

Gli individui in cui domina l’anima razionale sono i sapienti: costoro devono essere a capo del governo e della gestione della comunità; lo spirito collerico è l’elemento dominante nei guardiani, i cosiddetti “cani da guardia” che hanno il compito di proteggere la Kallipolis; tutti coloro che si lasciano guidare dai desideri hanno il dovere di farsi guidare dagli altri e fornire loro in cambio il sostentamento.

•Se ognuno svolgerà la propria funzione, uomo sarà giusto e anche la città sarà giusta (pag 613) nuova definizione di giustizia: armonia 3 parti dell’anima (pag 621) e l’ingiustizia come conflitto interno contro natura tra le 3 parti (pag 623)
Riunificazione psichica dell’individuo e politica della città: fine individuale e politico coincidono=felicità della Kallipolis tramite una divisione armonica e laicizzata del lavoro sociale (la religione è affidata ad esterni, il sacerdote di Delfi);
• Novità platonica: non c’è netta scissione anima-corpo: il desiderio non proviene solo dal corpo, ma anche da una delle 3 parti dell’anima.

C. LE IDEE: LIBRO VI

• Idea del buono=massima conoscenza (pag 813), luce, sole
• Buono : idee(sfera noetica) = sole : oggetti(sfera visibile) parallelismo bene-sole: buono conduce colui che si fissa su di esso a vedere episteme(vera conoscenza), e gli oggetti traggono da esso l’essere e la loro essenza
• Idea del Bene Supremo sovrasta le altre idee perché ha una valenza normativa (regolativa) ovvero dà valore alle altre idee, presentandole come
buone, cioè desiderabili dal punto di vista conoscitivo
• Per raggiungere alla vera conoscenza è necessario un percorso lungo e dinamico che porterà il filosofo a studiare discipline quali la matematica, l’astronomia, la geometria, prima di approdare alla scienza pura, la dialettica: unica scienza intuitiva, non ipotetica

• La linea della conoscenza si sviluppa dalla più bassa delle sue forme (l’immaginazione) al pensiero puro (noesis):è un processo dinamico di emancipazione del filosofo lenta e graduale. Il filosofo è l’unico che può fare riferimento al principio supremo di verità, perché educato alla dialettica, la scienza regia.
• Per dianoia si intende il pensiero discorsivo, ipotetico
• Per noesis si intende conoscenza dialettica, pura, intuitiva

Collegamento a LIBRO VII:

• MITO DELLA CAVERNA (pag 841-849):
I. Uomini fin da bambini sono posti in una caverna, incatenati, possono guardare solo davanti; alle spalle hanno un fuoco, che costituisce l’unica fonte di luce; su un muro sovrastante vengono proiettate le uniche immagini, come delle marionette
II. Per questi uomini la verità è la proiezione degli oggetti, ovvero le ombre
III. Se uno di loro è liberato dalle catene e ha la possibilità di vedere fuori dalla caverna, dapprima proverà un forte dolore agli occhi, poi riuscirà a vedere solo ombre ed immagini riflesse; solo successivamente arriverà a guardare le cose stesse, ed infine i corpi celesti ed il sole, punto finale della “conversione al vero”

I. A questo punto chi ha avuto modo di vedere la verità, compiangerà gli altri
nella caverna e vorrà ridiscendere per raccontare loro ciò che sa
II. Ma tornato nella caverna verrebbe preso in giro dagli altri, che non hanno
avuto modo di conoscere
III. Il riferimento è al maestro Socrate, mai realmente apprezzato e capito dai
concittadini, anzi criticato ed accusato di empietà
IV. Filosofo ha compito di accettare l’impegno politico, per ripagare la città dell’educazione ricevuta: il suo è un dovere inevitabile, una funzione EIDEPICA, cioè una garanzia di governare la kallipolis secondo giustizia e l’idea di buono la città e la filosofia si salvano insieme o insieme periscono

D. LO STATO IDEALE: Interpretazioni

Il pensiero di Platone è stato spesso strumentalizzato anacronisticamente: al di là delle diverse interpretazioni secondo le quali “La Repubblica” sarebbe un trattato ontologico (‘900) o un trattato di educazione (Rousseau), coloro che propongono l’opera di Platone come trattato politico, considerano il filosofo di volta in volta precursore della loro ideologia:
 I comunisti ne sottolineano l’abolizione della proprietà privata
 Si narra che i nazisti camminassero con “La Repubblica” sottobraccio evidenziandone l’aspetto dell’eugenetica (controllo delle nascite) e dell’elitarismo dei re-filosofi (una sorta di classe (ariana) perfetta)

Queste 2 interpretazioni sono illegittime ed anacronistiche!

D. LO STATO IDEALE:Utopia (ir)realizzabile?

• Aristotele legge l’opera di Platone come un’utopia negativa, un modello a cui tendere ma comunque irrealizzabile; la stessa lettura è fatta nel ‘900 da Gadamer e Leo Strauss, secondo i quali il trattato sarebbe da leggere in modo ironico…
• …Eppure il libro VII si conclude sottolineando la desiderabilità e la possibilità del disegno platonico, che non vuole quindi essere utopico
• Nel libro V Socrate sottolinea come nel dialogo si è ricercato un modello perfettamente integro di giustizia, anche se è consapevole che la messa in atto nella pratica è difficile (ma non impossibile)

Verità sta nel mezzo: Platone presenta un modello, che con la giusta educazione ed un tempo lungo sarà un giorno possibile come massimo di approssimazione all’ideale. Necessaria sarà la formazione di filosofi-re o la trasformazione di re in filosofi: alleanza SAPERE-POTERE, scienza-politica è fondamentale! Tema fortemente attuale (non è che forse la politica dei giorni nostri manca di episteme?)

Collegamento a LIBRO VIII: “Classifica” delle
costituzioni che più si avvicinano al modello


1) ARISTOCRAZIA: governo dei migliori; si corrompe perché non vengono rispettate le regole sulle nascite e viene trascurata l’educazione;
2) TIMOCRAZIA: governo dei forti mantiene alcuni aspetti dell’aristocrazia (no proprietà privata) ma diffida da sapienti e ha ambizione individuale di onori e ricchezze (pag. 943); ciò porta a…
3) …OLIGARCHIA: governo dei pochi si venerano le ricchezze e la città è divisa in 2, ricchi da una parte, poveri dall’altra (pag. 953). Il desiderio di sempre maggiori ricchezze fa trascurare la massa; i poveri covano il desiderio di rivolta, che porta alla stasis, la guerra civile.
4) DEMOCRAZIA: governo dei molti; uccisi ed esiliati gli avversari, i poveri redistribuiscono le ricchezze, le cariche vengono date per sorteggio= non obblighi politici necessari; regna la libertà o meglio l’ANARCHIA (pag. 975) ci si abbandona ai piaceri non necessari. Di questa totale mancanza di leggi approfittano i “cattivi coppieri”: da eccessiva libertà si passa ad eccessiva schiavitù (pag 999)
5) TIRANNIDE: governo scellerato di uno il “cattivo coppiere” diventa capo poi tiranno ed esercita solo i suoi interessi: impegna il popolo in guerra e lo impoverisce=PARRICIDIO del tiranno nei confronti del popolo che lo ha generato

IMPORTANTE:
 Gli antichi, come apprendiamo dal testo del filosofo Benjamin Constant, La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni, (1819) non hanno la nostra stessa concezione di libertà: se oggi per libertà facciamo riferimento alla sfera dei diritti individuali, per i greci la libertà era la possibilità di gestire la polis tramite la vita politica attiva, si riferiva cioè all’ambito collettivo. Parafrasando Giorgio Gaber libertà è partecipazione!
 Platone ha una visione molto negativa della tirannide e della figura del tiranno: oltre al nono libro de “La Repubblica”, interamente dedicato a dimostrare l’infelicità del tiranno, vi sono un sacco di riferimenti lungo tutta l’opera alla mancanza di educazione del despota fino a culminare, come abbiamo visto, al mito di Er. Questa visione negativa del tiranno è probabilmente data dalle cattive esperienze che Platone ebbe con il regime
dei 30 tiranni e con il tentativo di “istruzione” di Dioniso II a Siracusa.

Gli altri due testi politici:le LEGGI e il POLITICO

• Entrambi “dialoghi della vecchiaia”, in cui distacco dal maestro è totale: le “Leggi” sono l’ultimo dialogo platonico, rimasto incompiuto per la morte del filosofo
• Il Politico risponde alla domanda “cosa fare per evitare la degenerazione?” Bisogna delineare una scienza politica del Kairos, del momento opportuno per le riproduzioni, per l’educazione ecc…): le figure del filosofo e del tiranno devono coincidere, per avere perfetta armonia tra scienza e politica
• Le Leggi La strada più facile per raggiungere la migliore costituzione è l’affiancamento di un legislatore-filosofo al tiranno

Se “La Repubblica” si occupa dell’aspetto più teorico della formazione di un governo giusto, “Il Politico” e “Le Leggi” cercano di individuare una strada più pratica

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